Te lo do io il sondaggio

Creato il 09 febbraio 2013 da Symbel

Tutti denigrano i sondaggi politici elettorali. Alcuni persino li irridono. Molte volte hanno sbagliato di poco, spesso i risultati finali delle elezioni hanno dimostrato che si sono sbagliati di grosso.
Eppure il sondaggio ha il suo fascino e la sua indiscutibile presa sull’elettorato italiano e sul pubblico della tv.
Chi è che non conosce Mannheimer o Pagnoncelli? Ormai sono diventati delle star della tv generalista.
E’ lecito porsi però una domanda: che senso ha fare dei sondaggi a due mesi dalle elezioni quanto tutto può cambiare nell’ultima settimana durante la quale, tra l’altro, i risultati dei sondaggi non si possono nemmeno pubblicare?
La risposta può essere solo una, il sondaggio ogni settimana o spesso anche meno, serve esclusivamente per galvanizzare i propri elettori o per far smuovere gli indecisi, soprattutto se c’è da risalire la china. L’accusa è precisa: il sondaggio da strumento di rilevazione della situazione esistente si è trasformato sempre più in strumento di condizionamento del risultato elettorale o perlomeno così dicono i suoi detrattori.
Io, da disilluso e smaliziato frequentatore dei media, ritengo comunque ridicolo il divieto di pubblicazione nelle settimane antecedenti il giorno delle elezioni, al pari del sondaggista “vicino” o “lontano” a una certa parte politica che guarda caso assegna la percentuale più alta proprio al partito al quale è “vicino”.
Il sondaggio è l’unico luogo sulla faccia della terra dove la matematica è opinione.



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