Titolo Originale: La Dame aux Camélias
Autore: Alexandre Dumas figlio
Pagine: 191
Edizione: Biblioteca Universale Rizzoli (B.U.R.)
" Tornai a casa e mi misi a piangee come un bambinello. Non c'è uomo che non sia stato tradito almeno una volta e che non sappia quanto se ne soffra. Mi dissi, sotto il peso delle risoluzioni febbrili alle quali si dovrebbe sempre avere la forza di tener fede, che dovevo subito troncare quell'amore, e aspettai con impazienza il giorno per andare a fissare il posto sulla diligenza e tornare presso mio padre e mia sorella, duplice amore del quale ero sicuro e che, certo, non mi avrebbe tradito. Tuttavia non volli partire senza che Margherita potesse sapere bene perché partivo. Soltanto chi non ama più la propria amante, la abbandona senza scriverle. Scrissi e riscrissi la lettera venti volte. Avevo avuto a che fare con una ragazza simile a tutte le mantenute. L'avevo troppo idealizzata, essa mi aveva trattato da scolaretto, impiegando, per tradirmi, una furbizia tanto smaccata da essere insolente; era chiaro. Il mio amor proprio prese allora il sopravvento. Bisognava lasciare quella donna senza darle la soddisfazione di sapere quanto quella rottura mi facesse soffrire e così le scrissi, con la più elegante calligrafia ma con le lacrime di rabbia e dolore negli occhi "
E' davvero un'opera molto bella e molto realistica ( non a caso Alexandre Dumas figlio è considerato l'iniziatore del teatro realistico ) che racconta l'unico e vero amore di una cortigiana parigina di metà 1800, per il quale morirà sola e consumata dalla tisi, costretta lontana da lui a causa della sua dissoluta occupazione. Questa passione che fin da subito si consolida come un amore diverso dagli altri, un amore del quale nessuno dei due protagonisti può fare a meno...e che li manterrà l'uno dell'altra anche dopo la definitiva separazione. Ed il rimorso di un uomo, che ha frainteso troppe cose e non ha avuto la forza di seguire quelle che aveva compreso.
BUONA LETTURA
Con affetto, Irene