Teaser Tuesdays #72

Da Glinda
Miei cari sognalettori, come vi sarete resi conto ho deciso di rispolverare diversi meme settimanali e quello del martedì non fa eccezione. Perciò, dopo una lunghissima pausa, torna l'appuntamento con Teaser Tuesdays rubrica ideata dal blog Should be Reading, che posto ogni martedì.Le regole sono semplicissime e tutti possono partecipare e condividere con i propri teaser! 

Ecco le regoline!
  • Prendi il libro che stai leggendo in una pagina a caso; 
  • Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser")
  • Attento a non fare spoiler!
  • Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.


Andiamo un po' a vedere cosa ho scovato io oggi!Oggi un estratto da "Althea e Oliver" di Cristina Moracho, un romazo diverso da quelli che avevo letto fino a ora, ma molto molto bello secondo me. Certo, non è tra i più dinamici né tra i più dolci al mondo, ma è così unico!

Seduta sul divano con il blocco da disegno aperto in grembo, Althea spalanca gli occhi con la mano sospesa sopra il portamatite, raggelata alla vista di Oliver. «Non m’interessa se hai fame, non ti porto al Waffle House.» Indica la scodella di ceramica rossa piena di popcorn. «Mangia quelli, se hai fame.»«Ma chi ha parlato del Waffle House? È un posto disgustoso» risponde lui.«Oh, grazie al cielo sei tornato normale.» Allarga le braccia e lui si tuffa nel suo abbraccio, spargendo a terra matite e blocco da disegno. «Sei di nuovo il vero Oliver, grazie, dolcissimo Bambin Gesù, grazie, grazie. Come stai? Tutto ok? Ti sei appena svegliato?»Lui fa un profondo respiro, assaporando l’odore umido e ammuffito del loro quartier generale. Il seminterrato di Althea è dove i mobili vanno a morire, dove si può rovesciare il cibo e si può camminare sul tappeto senza troppi riguardi. I cuscini del divano sono duri e screpolati qua e là, il rivestimento di finta pelle nera si sfalda lasciando scoperto il ruvido tessuto grigio, ma questo non impedisce ad Althea di dormire qui sotto quasi tutte le notti. Ai lati del divano ci sono tavolini con cicatrici di guerra; di fronte, il televisore che impiega un minuto buono a scaldarsi con il tubo catodico che vibra rumoroso. Negli angoli ci sono scatoloni di cartone, sciupati a forza di cedere il loro contenuto stagionale anno dopo anno: addobbi natalizi, costumi da Halloween, attrezzi da campeggio. Persino il nastro adesivo che tiene insieme il sedile della poltrona si sta rompendo, sfilacciandosi ai lati in fili argentati che a volte Oliver si trova sui vestiti molto tempo dopo essere tornato a casa. Chiude gli occhi con forza e affonda la faccia nel collo di Althea, dove riesce a sentire meglio l’odore del suo shampoo al cocco e quello appena accennato di sapone. Lei gli accarezza i capelli mormorando incomprensibili parole di conforto.«Perché credevi che volessi andare al Waffle House?» domanda lui.«Scommetto che Nicky non ti ha raccontato della nostra gita?»«No, però ha messo un sistema d’allarme per impedirci di farne un’altra. Che cosa è successo?»«Mi hai svegliato nel cuore della notte dicendo di avere fame. Volevi andare al Waffle House. Ho cercato di scegliere il menù con meno porcherie. E poi è stato come… Ricordi quella ricerca sull’obesità che avevamo studiato per biologia? Quella con i topi grassi? Ecco, è stato così.»Nell’esperimento gli scienziati rimuovevano il gene che ordina agli animali di smettere di mangiare quando sono sazi. Il gruppo di controllo, con i cromosomi intatti, era rimasto in forma e vivace, mentre i topi modificati continuavano a ingrassare fino a somigliare a grumi pelosi di puré. Nelle immagini non gli si vedevano più nemmeno le zampette. C’era un primo piano del muso di un topo con gli occhi spiritati, insaziabili, come se supplicasse «Aiutatemi!» e «Datemi da mangiare!» allo stesso tempo.«Ero così?» chiede Oliver. «Un grasso roditore insaziabile?» «Se dovessi farti un elenco di tutto quello che hai mangiato quella sera, non smetteresti più di vomitare. Ma non era solo il cibo. Era tutto il tuo comportamento. Ecco...» risponde lei prendendo l’album da disegno. «L’ho disegnato per te.»Lui le strappa il blocco dalle mani, supera vecchi disegni che li ritraggono a bordo dell’auto di lei, sdraiati sulla spiaggia e mentre ballano sulla pista di Lucky’s: momenti a caso che lei ha fissato dall’anno precedente. Lei prosegue nel racconto mentre lui esamina le testimonianze visive degli eventi di quella notte. Eccolo, che si introduce nel seminterrato; eccoli, che camminano sul ciglio della superstrada sotto i lampioni; qui c’è un Althea mortificata, che lo osserva mentre lancia il flacone della melassa per la sala; lì c’è la sua faccia, irriconoscibile. Althea ha aggiunto il primo piano del topo grasso come confronto. 


   Scusate se manca la pagina, ma ho la versione ebook!


ASPETTO I VOSTRI TEASER!

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