Teatro dell’Opera: licenziamenti

Creato il 02 ottobre 2014 da Nonzittitelarte

Opera di Roma, la decisione del cda: “Via ai licenziamenti collettivi”

Approvato l’esternalizzazione dell’Orchestra e del Coro: riguarda 182 lavoratori su 460. Risparmi per 3,4 milioni di euro. Marino: “Percorso mai seguito prima, l’unico per la rinascita del Costanzi”. Fuortes: “Scelta molto dura per scongiurare la chiusura”

Il sovrintendente dell’Opera Carlo Fuortes 

“Il Cda oggi ha approvato l’esternalizzazione dell’orchestra e del coro votando una procedura di licenziamento collettiva”. L’annuncio del sindaco di Roma Ignazio Marino è arrivato dopo il cda decisivo per il destino del Teatro dell’Opera, precipitato nelle ultime settimane per l’addio del Maestro Riccardo Muti.

Non era mai accaduto prima in Italia, “ma dopo un’accurata riflessione abbiamo pensato che questo è l’unico percorso, in un momento drammatico della vita del teatro, che può portare ad una vera ed auspicata rinascita del Costanzi” ha spiegato il sindaco.

Il modello è stato invece già sperimentato in Europa: in Spagna, ad esempio, da Madrid a Valencia, a Vienna, ad Amsterdam e in tre teatri di Parigi “ci sono cori e orchestra esterni” ha detto il sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes.

“E’ una scelta molto dura e sofferta”, ha aggiunto. “La chiusura della fase di licenziamento collettivo prevede di individuare un soggetto col quale svolgere un servizio di orchestra e di coro. Non vogliamo chiudere i rapporti con gli artisti e i musicisti che ne fanno attualmente parte quindi auspichiamo che si riuniscano e fondino un soggetto sulla base della qualità artistica”.

La decisione, che riguarda 182 lavoratori su 460, è stata presa anzitutto per ragioni di “spending review” visto che sull’Opera pende la tegola dei conti: “Coro ed orchestra costano 12 milioni e mezzo l’anno. Il risparmio previsto è di 3,4 milioni con l’esternalizzazione. Abbiamo raionato in termini di funzioanlità e di effetto economico, è una decisione indipendente dalle sigle sindacali e non c’è alcuna intenzione ritorsiva, è quasi offensivo pensarlo” ha detto il sovrintendente.

E sui tempi, ha poi spiegato, “da domani si avvia la procedura di licenziamento. Per i prossimi 75 giorni i lavoratori sono da considerare in organico. Se si organizza tutto nel migliore dei modi dal primo gennaio il teatro potrebbe avere una nuova orchestra e un nuovo coro”.

Quanto alla stagione in corso, a rischio dopo il rifiuto di Muti di dirigere l’Aida e le Nozze di Figaro, “perché mancano le condizioni di serenità”, “al momento – dice Marino – non abbiamo immaginato di cancellare l’opera verdiana del 27 novembre. Se ci saranno condizioni ci attiveremo per ricercare un direttore da individuare entro la prima settimana di novembre altrimenti non ci sarà l’Aida”. Mentre per la nomina del direttore musicale ”occorrerà un po’ di tempo. E’ un argomento di grande importanza ma andrà valutato più avanti quando il Teatro rientrerà nella normalità”.

http://roma.repubblica.it/

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