“Mi appello alla vostra pazienza di leggere e alla vostra volontà di condividere il più possibile e commentare.
Oggi articolo sul Secolo XIX.
La risposta dell’assessore all’azzeramento dei fondi.
L’assessore così argomenta
1 il capitolo di bilancio aveva maglie molto larghe ed è stato ereditato dalla precedente giunta con una cifra a zero.
2 se la prendano con l’amministrazione precedente
3 i fondi reperiti dall’assestamento di bilancio sceglie di destinarli al trasporto dei ragazzi disabili a scuola.
4 invita a mantenere la calma perché qualcosa potrà essere recuperato nei bandi europei.
Così argomento io in qualità di responsabile delĺ’intervento di Teatro sociale del Teatro dell’Ortica.
Da anni noi interloquiamo con i nostri referenti istituzionali (ventitrè anni di attività) per mettere a sistema Il Teatro sociale e spesso abbiamo sollecitato comparando legislazioni regionali in cui il modello è operativo (Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia ecc).
Invano.
Così con le briciole abbiamo sostenuto uno degli impianti di Teatro sociale più significativi del territorio nazionale (facciamo parte della Federazione italiana di teatroterapia, del Coordinamento nazionale teatro/ carcere) con quattro progetti europei a curriculum.
Quelle briciole erano poche ma c’erano.
“Prendetevela con l’amministrazione precedente” è un verso formulare che però ormai ha definitivamente perso efficacia e senso di esistere, è diventato un po’ come un “cioè” o nella “misura in cui”.
“Ho dovuto mettere tutto sul trasporto dei disabili”
Sfondiamo una porta aperta.
Sono un’attrice ed un’educatrice professionale che da trent’anni opera nel sociale.
Sono sensibile ma non amo le scelte fra disabili, detenuti, immigrati, adolescenti a rischio, pazienti psichiatrici e tutte quelle altre categorie che siamo stati in grado di produrre e produrremo ancora a profusione grazie al sistema di non umanità che ha sostituito quello di welfare.
Soprattutto ci siamo dimenticati di una cosa: che dietro quelle parole anzi lì sotto, schiacciati, ci sono le persone.
Trovo questa scelta anche pericolosa: prima i disabili… poi gli anziani … poi i matti.
I matti, gli ultimi degli ultimi finiti nei lager di casa nostra, i manicomi.
Infine.
L’invito al mantenere la calma lo accetterei volentieri.
Ma non posso.
I bandi europei sono bandi, bisogna farli, sono un’alea, richiedono tempo.
Il mio servizio, bene necessario e primario per la comunità è a rischio.
Sta a finanziamento zero.
E io lo devo difendere.
Con forza.
Perché lavoro non “su”ma “con” le persone e non è differenza data da una preposizione.
Devo muovermi.
Come con forza si sta muovendo l’opinione pubblica.”
(Anna Solaro)