L’allestimento di Luca De Bei (che vede Margherita Di Rauso interpretare Ida, la maestra “emancipata” che però tradisce le sue origini provinciali) sottolinea le ossessioni del Ruccello antropologo: un’umanità marginale (rappresentata, in questo caso, dalla zoppia della protagonista), la solitudine che si popola di fantasmi, la favola e l’incubo ma anche la musica (qui quella francese degli anni 30) e la televisione che scandiscono il ritmo, il telefono come mezzo di comunicazione col mondo esterno che, a sua volta, irrompe dalla finestra. Tutti elementi che, insieme all’uso della lingua (altro fil rouge nelle opere di Ruccello) contribuiscono a comporre un quadro d’insieme in cui il confine con il sogno è volutamente ambiguo quasi a voler creare una realtà a se stante.
Visto al Piccolo Bellini di Napoli, mercoledì 3 ferraio 2016.