“Non tutti sanno che Alda Merini fu sottoposta a 46 elettroshock. Ma la sua natura bella e la pena del dolore di quei giorni, mesi, anni, vedeva altro, vedeva solo la bellezza delle cose e come i poeti colgono la vita mediocre così Alda rendeva invisibile alla sua vista le sbarre e diventava una rosa, per raccontare la rosa, per sentirsi lei stessa rosa.”“Non avrebbe mai potuto scrivere niente riguardo ai fiori perché lei stessa era diventata un fiore e parlava di sentirsi il gambo di quella rosa e in quel gambo scorreva la linfa, la vita. Alda è sopravvissuta e tutto quello che ha passato si è trasformato in poesia.
Io ho avuto la fortuna di ascoltarla raccontare di sé della sua vita, delle sue esperienze molto spesso drammatiche. Ma io non dovevo soffrire per lei. Non dovevo dolermi con lei, di lei …smettila Giovanni mi comandava, suona, suona dammi musica che Dio ha forme nuove, vita ai miei versi, io voglio essere ricordata come la poetessa della gioia. Perché la mia vita l’ho vissuta fino in fondo , me la sono goduta tutta, anche l’inferno“. [Giovanni Nuti]
“Volete sapere che cosa prova una come me, qua, su questo palcoscenico, con un cilindro di paillet , la musica e questa donna incredibile dentro, sotto, accanto, che comincia ad entrarmi dentro? Libertà. E’ forza , fisica e psichica . Ecco che cosa provo quassù. E’ da questa libertà che ci racconta Alda Merini che dobbiamo farci travolgere. Dimenticando tutto quello che pensavamo di sapere: sulla parola poesia; su quello che pensavamo sarebbe stata questa serata. Molti avranno pensato, oddio lei dice le poesie e lui suona. (risata generale) Alda Merini sarebbe furibonda , un’ape furibonda. E’ un’ape furibonda.
E invece no. Diciamo che potremmo pensare che la poesia è una vita che hai dentro, una vita altra e che ci sono delle persone che riescono ad individuare le tracce di questa vita, nelle buche formate dalle cadute, negli inciampi, dietro agli angoli degli interrogativi, dei non detti, come una sorta di pista , un sentiero luminoso, un fiume che scorre sotto il fiume del già detto. Del già fatto. Ecco, lasciamoci travolgere da tutto questo per trovarci , come direbbe Pirandello con un cilindro di paillet, un velo da sposa ricamato con i fiori appassiti dalle sue sofferenze e, anche, un corpo che racchiude un altro corpo che diventa come nell’arte, Anima: specchio della mente.” [Monica Guerritore]
Questo il senso, chiaro, limpido, emozionante, l’anima di “MENTRE RUBAVO LA VITA” che andrà in scena al Teatro Vittoria dal 9 al 19 ottobre per poi essere dal 24 ottobre al 2 novembre a Milano al Teatro Menotti; il 4 novembre a Genova al Teatro Politeama e il 9 novembre a Rimini al Teatro Novelli.
“MENTRE RUBAVO LA VITA” è uno spettacolo composto da venti canzoni con testi di Alda Merini musicati da Giovanni Nuti.
Ieri sera al teatro Vittoria, nel corso dell’anteprima riservata alla Stampa, Monica Guerritore e Giovanni Nuti son riusciti perfettamente a raccontare la felicità di Alda Merini. Quella gioia che ha fatto scandalo. Giovanni Nuti che ha avuto la fortuna di musicare le sue poesie ce la racconta descrivendocela come la poetessa dell’eros, delle rose e delle speranze. E le parole che ci restano di Alda, oggi sono come quel piacere dentro la carne che si apre ad altra carne per affrontare un lungo viaggio: interiore.
A Monica Guerritore e a Giovanni Nuti spetta, oggi , il compito di trasmettere al pubblico le tante varianti di Alda, nessuna esclusa, della poetessa delle rose che ha vissuto appieno la sua vita : anche nel suo inferno. E il brivido corre lungo la schiena. Idealmente e’ come se Alda fosse sempre li e la commozione mentre si riesce ad intravederla, seduta in sala , accanto agli spettatori è tanta. E’ incontenibile. E’ fiume e argano, carezza e pugno e come la polvere sulle ali delle farfalle – necessaria, vitale, rigenerante.
Il progetto di Nuti e Guerritore ha , dunque , tutte le carte in regola per soddisfare quel bisogno d’amore che spinge ad approfondirne la conoscenza… attraverso le parole, le note e i ritmi.
La poesia del resto altro non e’ il ritmo del sangue e sul palco del teatro Vittoria di sangue ce n’è a profusione… fino ad essere la trasfusione dell’emozione che, canzone dopo canzone, t’accarezza il corpo che sta nel corpo: l’anima. Parola di Monica , Giovanni e Alda.
L’attrice Monica Guerritore, nell’inedita veste di cantante, e il cantautore e musicista Giovanni Nuti sono accompagnati nel tour da una band di sei elementi composta da Stefano Cisotto, (direzione musicale e tastiere), Massimo Ciaccio (basso), Daniele Ferretti (pianoforte), Massimo Germini (chitarra), Sergio Pescara (batteria) e Simone Rossetti Bazzaro (violino) per uno spettacolo emozionante e coinvolgente.
Alla fine dello spettacolo a soprendere ancora una volta il pubblico arriva il brano inedito “Quelle come me” (Sagapò Music) di GIOVANNI NUTI e MONICA GUERRITORE con testo di Alda Merini. Una occasione irrinunciabile per un duetto che non ha problemi a strappare alla platea lunghi applausi.
[tube]https://www.youtube.com/watch?v=opvBp59vOpo[/tube]
di Giovanni Pirri