Le materie tecniche producono specialisti. Detto in termini semplificati, ingegneria e affini producono ingegneri. Si studiano sofisticati modi di ottenere risultati sempre più complicati, delle "tecniche" e poi si viene definiti tecnici, ovvero quella razza di stregoni capaci di mutare il piombo in oro con misteriosi processi, ma fondamentalmente del tutto al di fuori di una realtà che abbia a che fare con la vita di tutti i giorni. Peccato che poi ci siano da lavare i panni, stirare, pulire casa e rammendare i calzini, perchè altrimenti i tecnici sarebbero sempre immersi in alte elucubrazioni sul come risolvere problemi dell'umanità generati ad hoc.
Infatti le tecniche, spesso sono utili non solo a risolvere i problemi, ma anche a generarli. Con essi si creano le sfide. Poi la si prende sul personale fino al grido finale di "Eureka". Sempre troppo atteso...
Ma io sono stanco di questo. Penso che venga il momento in cui la sapienza accumulata, la possibilità di risolvere un intricato e intrigante rebus, non siano poi così grande beneficio. Poter affrontare e consapevolmente risolvere un problema, è un grande risultato. E' innegabile però che comporti uno sforzo e un sacrificio cui bisogna essere disposti al di là di ogni ragionevole dubbio. Semplificando, quando lavori solo per poter continuare a mangiare e non per la soddisfazione che si stilla come goccia di rugiada che da una foglia cada nella bocca di un assetato beduino, non è più un gran divertimento. E io avrei bisogno di una sorsata piena per avere un brivido rasserenante.
Ma in generale, quello che ritengo a questo punto importante da dire, è che con tutta la tecnica appresa, con l'essermi identificato per molto con un tecnico, sono arrivato a quello che pensavo essere un incrocio e invece è più una rotonda. Non trovo un'uscita che mi porti dove voglio, e continuo a girarci dentro...
E quindi concludo dicendo che le tecniche non sono di aiuto ai tecnici per le scelte della vita. Ed è questa la più dolorosa scoperta che si possa fare...