Teheran rifornisce l’africa di armi e droga per armare le milizie estremiste musulmane

Creato il 03 gennaio 2011 da Madyur

A Teheran osservano con interesse e preoccupazione quando sta avvenendo in questi giorni nei Paesi dell’Africa Occidentale. L’interesse è legato alle iniziative lanciate dai mullah della regione : forniture d’armi a gruppi ribelli , sostegno a fazioni radicali nigeriane , campi d’addestramento per militanti . La preoccupazione è invece causata dai guai diplomatici sorti proprio per l’aggressività mostrata dagli ayatollah.

Gambia e poi Senegal hanno tagliato i rapporti con l’Iran mentre la Nigeria ha denunciato all’Onu le attività clandestine dei khomeneisti. Un doppio scandalo. Il primo riguarda la scoperta di un colossale traffico d’armi organizzato dall’Armata Qods , l’apparato clandestino dei pasdaran. Tonnellate di materiale chiuse in 13 container e scoperte nel porto di Lagos.

Armi , esplosivi e munizioni rappresentavano un regalo per diverse organizzazioni guerrigliere : dal Mend , ai separatisti senegalesi , senza dimenticare i Talebani nigeriani. Una partita consistente doveva finire in Gambia , Paese che ultimamente si è prestato a fare da sponda al Piano Africa di Teheran. Teheran volevano aprire un centro d’addestramento dove far confluire volontari da impiegare in altri scacchieri. Progetto ora accantonato.

Alla storia delle armi si è aggiunta quella della droga. Sempre l’apparato Qods ha curato l’invio verso Gambia e Nigeria di ingenti quantitativi di eroina afghana e cocaina. Un sistema per fa soldi con i quali finanziare le attività degli insorti. Ma quando è stata intercettata la droga, Teheran ha dovuto fermarsi. Anche perché i due uomini chiave del contrabbando sono stati individuati dalla polizia nigeriana . Akbar Tabatabai si è rifugiato nell’ambasciata iraniana ed è potuto tornare in patria.

Tabatabai non era una pedina qualsiasi. Per l’intelligence occidentale è il responsabile del Settore Africa dell’Armata Qods. Altrettanto importante il ruolo del suo complice , Azim Aghajani, arrestato e tornato libero su cauzione pochi giorni prima. Sono stati loro a mettere in piedi la filiera ce ha portato armi e droga nella regione. Per Teheran era importante tirarli fuori , ma ha portato frizioni con i governi locali , che pur disposti bene con i mullah non potevano fare a meno di reagire.

Alcune fazioni armati da Teheran si sono macchiate di stragi. Gli estremisti del Boko Haram hanno rivendicato i massacri di Natale , contro Chiesa cristiana. In Senegal , il comando militare ha rivelato che i ribelli della Casamance hanno impiegato in recenti scontri nuovi equipaggiamenti arrivati dall’estero. Molti sono scoperti grazie alle confessioni di Aghajani . Informazioni raccolte in ambienti diplomatici di Washington segnalano che Teheran vuole ampliare il network del terrore da tempo in Sudan.


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