La tv è tornata a reggere la campagna elettorale, nessuno se lo aspettava e la sorpresa dell’esculsività della tv come scelta da parte dei candidati di molti partiti ha suscitato sorprese. Bandite da tempo le piazze e il comizio tradizionale, il territorio è stato largamente abbandonato, eccezion fatta per Grillo che puntando sul suo carsima e sulla protesta, ne ha fatto il luogo di riferimento, che però rimbalza anche nella televisione, – ” Andare in Tv senza andarci è un bel vantagggio, è astuto” – afferma il professore. La cosa che colpisce
Anni di governo e di polemiche tra destra, centro e sinistra, tra Quirinale e Palazzo Chigi, tra Monti, Bersani e Berlusconi, poi il ciclone finanziario, economico, le avventure e disavventure del lavoro, dell’istruzione, della produzione industriale, il moltiplicarsi dei processi e il fiorire della corruzione. Fiorito, Penati, Lusi e Formigoni. Il Monte dei Paschi e Finmeccanica, lo spread, le promesse, i fallimenti, gli errori dei tecnici, insomma tutto quello che abbiamo vissuto e sofferto alla fine si concentrerà nella scelta di un secondo, conterà meno dell’emozione di un momento, dell’umore con cui gli italiani si alzeranno la mattina del voto. E anche qui i sondaggi non lasciano dilemmi – ” Ci son due terzi degli elettori che non hanno dubbi. Il 66% sa cosa vuole. Gli altri hanno forti dubbi e io credo che questa sia una campagna un po’ diversa dalle altre, cioè la tv è servita nel ’94 a Berlusconi per scendere in campo utilizzandola come primo mezzo di comunicazione, perché era un prodotto nuovo da vendere in tempi in cui la politica stava diventando marketing. Se hai un pro
Il problema è convincere i dubbiosi. La televisione ha dimostrato di contare eccome, per Berlusconi che l’ha battuta palmo a palmo come per Bersani che non ha potuto farne a meno dopo averla snobbata senza risultato, per Grillo che l’ha usata con genio disertandola apposta per occuparla di fatto nei programmi e nei Tg, e per Monti che è diventato il nonno d’Italia austero e forse cinico. Considerando il 20% fisiologico che di fatto non voterà e che il restante degli indecisi sentenzierà all’ultimo momento c’è da domandarsi il perchè dell‘aumento degli indecisi. La riposta è semplice – afferma il politologo – “per la stessa ragione per cui è diventata importante nel ’94, perchè ci sono prodotti nuovi. Dal ’94 ad oggi abbiamo sempre votato due schieramenti, siamo stati tendenzialmente bipolari, pro o contro un candidato. Oggi ne abbiamo molti di più, alcuni anche nuovi e abbiamo anche soggetti politici che sono alternativi” .
In effetti il M5S raccoglie molti tipi di elettori, intercettando anche la protesta e molti di coloro che non vorrebbero votare. Poi c’è il professor Monti che ha fondato un suo partito e altri costretti all’alleanza, ma mai come in queste elezioni il messaggio è stato più importante del suo contenuto. E se poi ci aggiungiamo, e da non sottovalutare, il ruolo crescente dei social network, con parte di italiani che si informano utilizzandoli per fare attività di sensibilizzazione e promozione per mobilitare e comunicare con una parte competente della società, abbiamo l’altra faccia di novità di questa campagna elettorale. Il resto rimane ancorato e fedele al mezzo televisivo, che raggiungendo la maggioranza della popolazione può influenzarne l’opinione. Pochissimi usano i giornali come del resto le relazioni primarie tra amici e parenti. Dunque una delle ragioni per cui la televisione ha raggi