Il teleraffreddamento urbano è una tecnologia praticamente sconosciuta in Italia, al punto che si arriva a presentarla come una "rivoluzionaria" in occasione delle poche attività nel settore.
In effetti la stessa parola "teleraffreddamento" è una novità: la sua ricerca su Google, oggi 22 aprile, dà come risultato meno di 8.300 documenti. Una cifra che su Internet equivale a poco più di zero, se si considera che una parola affine, ma appena appena più nota, come "teleriscaldamento", porta già a 460.000 documenti, mentre con "fotovoltaico" (altra parola difficile, che erroneamente alcuni considerano ormai acquisita nel linguaggio comune) si sale a quasi 7,5 milioni. Solo le parole che davvero sono patrimonio di tutti portano a risultati ben più consistenti, come i 37 milioni di documenti legati a "elettricità" e i 225 milioni legati a "energia".
Il teleraffreddamento urbano è un processo equivalente al teleriscaldamento, solo che, invece di calore, nelle apposite condutture coibentate si trasporta "freddo" (acqua, aria o altri fluidi refrigerati), prodotto in modo centralizzato e destinato alla climatizzazione estiva e ad ogni altro possibile utilizzo di refrigerazione in edifici civili, scolastici, ospedalieri, industriali, commerciali eccetera.
L'abbinamento con il teleriscaldamento urbano è anzi ideale, perché, essendo gli usi tipicamente stagionali, le stesse reti e le stesse centrali possono essere utilizzare per la produzione e distribuzione di calore d'inverno, e per la produzione e distribuzione di freddo d'estate.
Tuttavia, mentre le reti di teleriscaldamento hanno avuto in Europa un discreto successo (il 10% di tutto il calore utilizzato nella Ue è di produzione centralizzata, con punte che in alcuni Paesi nordici raggiungono il 50-60%) nel caso del teleraffreddamento si è ancora ai primi passi.
In Italia poi, dove anche il teleriscaldamento è parecchio indietro rispetto alle medie europee (è teletrasmesso solo il 5% del calore utilizzato per riscaldamento e climatizzazione), di teleraffreddamento non si è mai parlato, con l'unica eccezione di Reggio Emilia. Ovviamente ci sono già alcune decine di reti al servizio soprattutto di ospedali e di qualche consorzio condominiale, ma in concreto siamo ancora ai primi passi, che l'attuale Governo sembra concretamente intenzionato a favorire a partire dal decreto "sbloccaItalia" del settembre 2014.
Teleraffreddamento urbano: rilevanti benefici energetici e ambientaliIn effetti si tratta di una efficace tecnologia di efficienza energetica, con vantaggi economici sensibili rispetto all'alternativa di centinaia o migliaia di piccoli impianti diffusi: sia per i maggiori rendimenti (fino a + 50%) e i minori consumi di combustibili di importazione, sia per i minori costi di manutenzione degli impianti.
Ancora più importanti sono però i benefici sanitari e ambientali, dovuti alla minore esposizione al rumore, al maggiore controllo degli agenti patogeni nell'aria condizionata, all'assenza di emissioni inquinanti nell'ambiente urbano, alle minori emissioni complessive di CO2 e di altri gas, in particolare di freon e di clorofluorocarburi.
Insieme al teleriscaldamento, la produzione e distribuzione di freddo centralizzato è sicuramente uno dei modi più innovativi, convenienti e più efficaci per affrontare le sfide energetiche e ambientali della concentrazione urbana e della lotta contro alle isole di calore locali e al riscaldamento globale.
Reti estese sono in esercizio in Svezia, Finlandia, Svizzera, Olanda, e in progetto in Norvegia e Germania. Il principale Paese europeo nel settore è però la Francia, grazie soprattutto alla grande rete di Parigi: 71 km canalizzati, con 9 impianti di produzione e 3 siti di stoccaggio del freddo che erogano oltre 412.000 MWh l'anno a più di 550 grandi utenze commerciali e di servizio.
In Italia la consapevolezza sul ruolo che possono svolgere le reti di teleraffreddamento è in aumento. Cosa che è sicuramente necessaria. Ma per far compiere a questo genere di impianti lo sviluppo auspicato - considerati gli investimenti, l'organizzazione e la capacità amministrativa in gioco - è necessario che politica e istituzioni si muovano in modo coordinato e regolamentato a livello nazionale, guardando solo le esigenze concrete del Paese e superando l'ottica di distribuire incentivi per scopi elettorali.
[ Valter Cirillo]