Nel 1973, invece, c’erano le cartoline-voto.
Dovevi compilarle a mano, in stampatello a inchiostro nero o blu, affrancarle, ricordati di imbucarle, immaginare il momento in cui un addetto del centro smistamento avrebbe registrato il tuo voto, sempre con la consapevolezza che a te, una volta compiuto il gesto di gettare il cartoncino colorato dentro la cassetta delle lettere, non sarebbe venuto indietro nulla, neanche il piacere di sapere che avevi davvero contribuito a scegliere la canzone vincitrice. Al massimo potevi sperare di venir estratto e di vincere lo straordinario televisore in bianco e nero portatile Philips, uno dei meravigliosi gioielli dell’oroscopo cinese di Graser, o magari la speciale confezione per alcolisti con bottiglie Zabov, Mackinlay’s e Dokator.
Altro che videopoker milionari e win-for-life… il regolamento parlava chiaro: “I premi non sono tramutabili in denaro”.
Anche se, certo, a stimolare la voglia di votare e partecipare così al concorso c’era la stuzzicante tentazione data dal fatto che “Un premio uguale a quello vinto da ciascun concorrente spetterà al bar-giuria abbinato”.
Sì perché.. le cartoline prestampate si trovavano nei bar aderenti alla kermesse, proprio vicino al juke box che da mattina a sera girava i dischi delle canzoni partecipanti.
Vale a questo punto la pena fare un rapido excursus tra i ventisei concorrenti.
Spiccano le contraddizioni, e il curioso assortimento di un cast improbabile che vedeva “My love” di Paul McCartney battersi con “Ciao Mare” dell’Orchestra Spettacolo Casadei, o “Daniel” di Elton John in sfida contro “La povera gente” dei Nuovi Angeli. I Bee Gees dovevano invece vedersela con i Flora Fauna Cemento. C’erano Caterina Caselli e Severino Gazzelloni, gli Alunni del Sole e i Fratelli La Bionda in versione pre-discotecara. C’era un gruppo destinato a rimanere come i Nomadi e un tale Ciro Dommicco che nessuno ha mai visto più. Santo & Johnny sfruttavano ancora l’eco scandalistica di “Ultimo Tanto a Parigi” mentre la Formula 3 proponeva una sconosciuta ma a giudicar dal titolo assai poco erotica “Una ciliegia non è di plastica”.
Vinse “Minuetto” di Mia Martini, seguita a ruota, nella classifica di piazzamento proprio come nella lista dei brani in gara, da “Io Domani” di Marcella Bella.
Dispersi invece i nominativi di coloro che nel Centro Spoglio di Via Marconi 21 a Ferrara ebbero la fortuna di venir estratti e per tutto l’inverno seguente si crogiolarono nella favolosa consapevolezza che si sarebbero potuti godere, l’estate successiva, il Festivalbar ’74 comodamente seduti davanti a un meraviglioso televisore Philips in bianco e nero, magari sorseggiando un liquorino generosamente offerto dall’organizzazione e dagli sponsor.