Tema: Baciare

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Svolgimento
Il treno sta partendo, l’hanno annunciato, presto, bagagli, un bacio, un bacio grande quanto una casa, bacio mia moglie, mia madre, mio fratello, è un vizio che abbiamo noi del sud. Cominciamo da bambini, ci alleniamo con i parenti, poi vale per tutti i vizi, la cosa peggiora con il passare del tempo, dobbiamo aumentare la dose e non facciamo altro che baciarci, cominciamo a baciare chiunque senza discriminazioni. E se non troviamo qualcuno da baciare abbiamo una specie di crisi d’astinenza, per cui al supermercato vorremmo baciare la cassiera, o il salumiere, io spesso bacio anche il mio medico di famiglia. Ogni tanto, tra una dose e l’altra, in un attimo di lucidità riaffiora la ragione, Perché dovrei baciare quel signore che sta per salire sul treno? Mi chiedo, e già lo agguanto, Perché mi ritrovo con la guancia sulla sua, a toccarci così intimamente, noi che ci conosciamo così poco? Ha una barba ispida che non mi piace al tatto, preferirei accarezzarlo con un cucchiaio di legno, di quei cucchiai da cucina torniti a mano, con il dorso levigato. Ne trarrebbe anche lui un giovamento.  Poi faccio quello che va fatto, guancia destra e guancia sinistra, buon viaggio, e mi sento subito meglio.
Comunicare con il bacio si usa di più al sud, di meno al nord. Baciarsi è come dire al telefono ti voglio bene, però si capisce meglio, perché è una cosa di presenza, con gli occhi negli occhi e le guance che si toccano, le cose hanno un valore diverso.  Baciarsi al telefono è inconcludente, poi si rischia anche di aspirare i germi che abitano dentro i circuiti profondi dell’apparecchio, strano che non ci abbiate mai fatto caso, eppure ogni tanto se ne vede qualcuno uscire dalle fessure sottili del microfono, va a perlustrare la superficie intorno ai tasti, tasta il terreno, poi rientra. Si deve stare attenti, perché sono esseri infidi, pronti a deformare voce e parole. Così, se dici  Ti voglio bene, dall’altro capo del telefono tua moglie Vai a quel paese, dici Mi manchi e capiscono Ti lascio, e nascono i malumori, le coppie si dividono, le famiglie sono in crisi, tutto per colpa di una telefonata. Questo è uno dei motivi per cui è meglio baciarsi di persona. Noi del sud Italia, dicono che ci baciamo troppo, anche senza motivo, quando usciamo di casa e quando torniamo a casa, al lavoro con i colleghi, per la strada con i conoscenti. Per noi è un’espressione di affetto, un segno di solidarietà. Lo facciamo in tutte le circostanze possibili, gioiose e tristi, Ogni scusa è buona per baciarsi.  Forse potremmo anche farne a meno, se proprio ci accorgiamo di esagerare, se solo qualcuno ci desse un suggerimento, un’idea alternativa. Per esempio, si potrebbe fare, nel momento del saluto, quando il treno è stato già annunciato in partenza e le bussole sbuffano e la gente si abbraccia, ci si potrebbe scambiare una pallina di carta. Una pallina di carta leggera, magari colorata, secondo il grado di parentela. Chi la riceve la mette via e si gode questo saluto per tutta la durata del viaggio, toccandola ogni tanto, nella profondità della tasca, e già che c’è ci si può asciugare le dita sudate. Poi, quando si torna a casa, tutti questi baci ricevuti vanno messi insieme, dentro una grande boccia di vetro sottile, tipo un distributore automatico di gomme da masticare, che uno la sera alza gli occhi dalla televisione e dice Guarda quanta gente ho conosciuto nella mia vita, con tutti questi baci che mi ritrovo. 
Raimondo Quagliana