L’uomo si voltò a guardare la panchina sotto il platano, quella in cui amava andare a sedersi in piena estate, c’era un uomo ben vestito, dall’aria distinta che leggeva il giornale. Difficile materia l’amore, disse, bello e insidioso come il biancospino. Se lo strappi dal suo cespuglio, i fiori non durano che un attimo, lo strattoni appena e resta solo il ramo irto di lunghe spine nere, non c’è niente di bello in ciò che rimane.Quello che tu chiami amore è solo l’ultimo brandello dei tuoi sogni, svegliati, così potrai guardare in faccia l’incubo. Lei sembrava ascoltarlo, ma quando si alzò, gli disse che aveva ancora delle faccende da sbrigare.L’uomo attempato con la saggia barbetta sale e pepe, ogni giorno va al parco. Siede sulla panchina soleggiata d’inverno, e su quella sotto il platano d’estate. Osserva. E di nessuno dimentica la faccia. E’ sempre inverno, ma di un anno più tardi. L’uomo distinto legge il giornale nella panchina estiva, e come sempre lo lascia prima di andare via.Il signore attempato si alza e lo prende. Liscia le pagine perché gli dà fastidio leggerlo spiegazzato, le rimette nel loro ordine originario, e, come se lo avesse appena acquistato, comincia a sfogliare e a leggere.Arrivato alle notizie di cronaca, si ferma. Guarda la foto prima ancora di leggere il titolo, è la donna che gli aveva parlato quasi un anno prima, è morta, accoltellata dal marito. Neanche lei aveva capito, come la sua Bianca.
Grilletto Salterino