Tema: Casta Diva

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Venerdì sera. Bloccato in autostrada, stretto in una colonna di auto ben spalmate su tre corsie, mi faccio rapire dalla voglia di ascoltare la voce della Callas: un colpo di bellezza in mezzo a macchine, asfalto, paesaggi rarefatti tra fabbriche e campi tristi e asfittici a chiudere il ristretto orizzonte. Casta Diva, casta. Diva, che inargenti. Queste sacre queste sacre, queste sacre antiche piante. A noi volgi il bel sembiante; A noi volgi, a noi volgi il bel sembiante, il bel sembiante Senza nube e senza vel! Tempra tu de' cori ardenti! Tempra ancor lo zelo andace! Spargi in terra quella pace, Che regnar tu fai nel Ciel.  

Senza quasi accorgermene alzo il volume dello stereo a livelli forse troppo elevati: nell’ordine poi mi accendo una sigaretta, dunque devo abbassare il finestrino, e vuoi infine  non cantare o accompagnare la voce divina quantomeno mimando la direzione del coro? Impossibile. Che io sia bloccato in una coda, giusto al centro della carreggiata, circondato da sguardi di tutti i tipi, tra la commiserazione e lo stupito, è assolutamente secondario. 

Tempra tu de' cori ardenti! Tempra ancor lo zelo audace! Spargi in terra quella pace,Che regnar tu fai nel Ciel.  All’improvviso sento un applauso e di colpo rientro nel mondo reale; a fianco a me, in una macchina, due tedeschi mi stanno calorosamente salutando. Lui, con la faccia tipica che ci si immagina possa avere un tedesco sopra i cinquant’anni, è quello più entusiasta nell’applaudire. “Bella musica, bella musica italiana!” Io accenno un sorriso e un mezzo inchino. “Anch’io musica italiana, buona, good, ascolta ascolta” Con sincero trasporto, evocato dall’orgoglio di essere conterraneo di simili geni di una musica tanto amata nel mondo, mi predispongo all’ascolto di quanto vuol farmi sentire il tedesco, mentre la sua consorte, anche in questo caso con la faccia tipica che ci si immagina possa avere una tedesca sopra i cinquant’anni, mi indirizza ampi sorrisi complici. Dallo stereo della loro macchina parte una musica. Non mi pare di riconoscere dai primi tre accordi nulla di lirico, fino all’improvviso choc che mi scatena l’inizio del canto: "Lasciatemicantareconlachitarrainmanosonounitaliano. Un italiano vero! "La coppia, facendo esattamente come me poco prima, accompagna Toto Cotugno come se stesse dirigendo la filarmonica di Berlino! Io ricambio i sorrisi, spengo lo stereo, alzo il finestrino, e fisso la coda affinché mi porti giusto qualche metro più avanti! Gianluca MeisTema pubblicato su Graphe.it