Tema: Il mio migliore amico

Da Chiagia

Io ho una specie di karma pesante, o di naturale stronzaggine, per cui tendo a perdere per la strada i migliori amici dei diversi periodi della mia vita.
Va detto che in paio di casi il tentativo postumo di recupero ha dato risultati pessimi, in quanto mi sono chiesto come fosse possibile che quegli spietati personaggi fossero stati a suo tempo amici miei.
Con Massimo, il mio MIGLIORE AMICO DI SCUOLA, invece non è andata così.
Massimo è, semplicemente, scomparso (metaforicamente, geometra, non faccia gesti apotropaici) dalla mia vita in un fine scuola del 1981, più o meno, quando sono finite le medie e abbiamo preso strade diverse.
La cosa surreale è che a Spezia tutti ci si incontra, prima o poi, tanto più se si frequentano gli stessi quartieri.
Invece niente.
Io incontravo suo fratello, sua sorella e sua mamma. Lui mio fratello e mia mamma.
Mio fratello suo fratello, sua sorella mia mamma. Sua mamma mia mamma.
E ogni volta chiedevo “Ma Massimo?”. “Tutto bene”, mi tranquillizzavano sul fatto che esisteva ancora, da qualche parte.
Poi il karma ha voluto fare lo sborone e ha deciso che, nientemeno, all’improvviso diventasse mio collega.
Così stamani, dopo tipo 31 anni per chi non avesse voglia di fare i calcoli, ci siamo rivisti.
Più che dire come ci siamo ritrovati (“Uguali”, diranno i più bugiardi tra i nostri piccoli lettori) mi piace dire che mi ricordavo esattamente la sua faccia, cosa stranissima per chi come me ha una memoria selettiva che non contempla tra le cose da ricordare la faccia della gente.
Invece avevo, prima di vederlo, in mente l’esatta espressione che ho ritrovato, assieme a un marcato accento spezzino che secondo me all’epoca non c’era.
All’epoca in cui casa sua, Via Falconi, era il centro del mio mondo ludico.
Nella strada davanti a casa sua giocavamo a pallone e io mi fermavo un po’ prima perchè dovevo smaltire il sudore, che mia mamma non doveva sapere che avevo giocato.
Nel suo giardino inventavamo storie e cacciavamo lucertole – io no, mi faceva schifo.
In casa sua giocavamo a Subbuteo e una volta abbiamo visto un’amichevole Italia-Spagna, finita zero a zero e noiosissima, e da allora odio le amichevoli della nazionale.
In casa l’uno dell’altro eravamo accolti dai rispettivi genitori con lo stesso affetto che si tributa a qualcuno che è di più di un semplice compagno di scuola.
Nelle mie foto di compleanno di allora c’è sempre lui di fianco a me al momento dello spegnimento delle candeline.
Il protagonista del tema “Il mio miglior amico” era lui, come avrete intuito.
Tutto questo, e poi trent’anni di black out.
E poi stamani.
Del me di oggi sa qualcosa perchè, ha detto, legge questo blog.
Ottimi gusti, Massimo.