Tema: L'obbedienza

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SvolgimentoAveva deciso di entrare in convento che non aveva neanche diciannove anni. Raccolse tutto il coraggio e comunicò la decisione ai suoi; la madre si fece venire uno svenimento mentre il padre arrabbiato disse: - Se  fai questo passo ti diseredo e lo stesso giorno in cui tu prenderai i voti, io farò affiggere sui muri del paese le cartelle da lutto dove ci sarà scritto: “Oggi è morta Diletta, unica figlia di Caputo Beniamino e della sua consorte Rosa Maria che ne danno il triste annuncio.” Diletta cominciò a piangere e corse in camera sua dove giaceva sul letto, ancora aperta, da completare, l’unica valigia che aveva deciso di portare con sé, in cui  avrebbe messo quelle poche cose di cui  di solito dispongono le ragazze che entrano in convento. Diletta si era innamorata di certe suore che nell’ estate di qualche anno prima erano venute nel suo paese a fare un po’ di apostolato: cantavano, suonavano la chitarra, organizzavano giochi e momenti di preghiera e riuscivano a circondarsi di ragazzini, molti ragazzini, specialmente quelli cresciuti per strada. Lei si imbatté in loro per caso e da quel momento non le mollò più. Dopo che finì la stagione estiva, Diletta, oltre a studiare per diplomarsi, iniziò un’amicizia epistolare con la superiora che a poco a poco la convertì totalmente alla loro causa.Santa causa, per carità, ma vien da chiedersi: quanto c’era di Diletta in quella scelta?Dopo la lite furibonda con i suoi, di notte, lasciò la casa paterna e fuggì per entrare in convento.. Che tristezza andare via così! Se fosse fuggita con un ragazzo ci sarebbero state le sue braccia e il suo corpo a darle conforto, un amore e una passione comune,  ma in questo caso doveva accontentarsi dell’idea dell’amore di Dio.Arrivò che era notte fonda, i due amici con i quali era giunta, la consegnarono ad una suora portinaia, che era chiaro, volentieri sarebbe rimasta a letto, ma mai avrebbe potuto disobbedire ad un ordine della superiora: con il voto dell’obbedienza come l’avrebbe messa? Iniziò così la sua vita monacale. Bisognava seguire certi ritmi: studiare, pregare; studiare, pregare,  lavorare; studiare, pregare, lavorare, aiutare le suore anziane; studiare, pregare … Passava il tempo ed ella si convinceva sempre di più che quella era proprio la vita adatta a lei. Finì il primo anno come aspirante, poi gli altri due come postulante e infine l’ultimo come novizia.Era un modello per tutte.
Prese i primi voti, ma avrebbe avuto otto anni di tempo per ritornare sui suoi passi. Dopo, con i voti perpetui, sarebbe stata necessaria la dispensa papale per ritornare alla vita civile, laica cioè. Eh si, perché per le suore che lasciano il velo, per i frati che si spogliano, per i sacerdoti che abbandonano il sacerdozio, (anche quelli pedofili, che la Chiesa protegge al di là di tutto ), il Papa gliela concede la dispensa, in modo che possano ricominciare una nuova esistenza: è per i separati, per i divorziati, per gli omosessuali, per le persone laiche che vogliono vivere pacificamente la loro vita e la loro sessualità, che non c’è dispensa.
Passarono gli anni intanto, ne trascorsero quaranta; ella sarebbe voluta andare in missione, sarebbe voluta andare in Africa, ma per obbedienza, dovette occuparsi invece delle consorelle più anziane: pettegole, scorbutiche, acide e cattive. Missione anche quella in fondo; certo, molto in fondo! Il fatto è però che visse per quarant’anni così, col desiderio di fare altro ma per obbedienza si ritrovò a fare qualcos’altro di diverso le sue aspirazioni .Obbedì.Un giorno, prima di una messa pomeridiana, che di mattina non aveva potuto, si ritrovò inginocchiata presso un confessionale di una chiesa qualsiasi del quartiere, dove dall’altra parte, guarda caso si trovava un frate/prete sclaustrato che il vescovo aveva affidato a sua volta ad un arciprete perché lo aiutasse nel il suo cammino di ricerca: dava una mano in parrocchia.-Padre, ho peccato!-Mi dica - Dall’altra parte silenzio.-Mi dica - l’ascolto -. Dopo la sollecitazione, Sr. Diletta disse: - Padre, ho buttato via la mia vita.-Ma cosa sta dicendo, forse è un po’ stanca, magari anche depressa. Suvvia non dica così!-No, non sono mai stata così lucida. Come ho potuto dimenticare la missione, l’Africa, i bambini dell’Africa, il perché mi sono fatta suora.  Niente di quello che io ho immaginato è mai accaduto. Ho passato la mia vita ad occuparmi di suore anziane, brutte, dentro intendo, anche se qualcuna lo era anche fuori, prepotenti, prevaricatrici e maligne. Come ho potuto fare questo a me stessa?  Il prete dall’altro lato sentì piangere, addirittura singhiozzare.-Sono infelice, padre. Pregare non mi basta più ed è da un po’ che ci penso a questa cosa del pregare che non mi sostiene più. Sono stata in catalessi per quarant’anni! Questo è quello che sono stata chiamata a fare? Servire quelle obese e tristi persone? Obese non tanto riferito al loro grasso, ma al loro egoismo … Non hanno, anzi non abbiamo, la più pallida idea di ciò che c’è realmente nel mondo, dei veri bisogni del mondo, noi viviamo ovattate dentro quelle quattro mura, dove, nonostante il voto di povertà, non ci manca il cibo, anzi l’abbondanza del cibo; me lo sono di colpo ricordata vedendo queste persone che davanti alla chiesa, prima di entrare, mi hanno chiesto l’elemosina, dove nonostante il voto di castità del corpo, nella sostanza  non c’è castità di pensieri, né castità di parole, né castità di mal garbo nelle azioni verso il prossimo, e per ultimo il tragico voto dell’obbedienza, che nel mio caso mi ha defraudato dell’ intera vita. Padre è tutta una burla, una grossa bugia. Poi ci fu silenzio e infine un  “Vado” secco, che non permetteva replica alcuna.-Ma dove va? Aspetti, Suora, suora! Dopo qualche giorno su un giornale, si lesse un particolare articolo: Muore suicida Sr. Diletta che, dopo una vita spesa nel convento e per le consorelle, tuttavia oggi le viene negata regolare celebrazione eucaristica e sepoltura perché il suo atto contro la vita non è ammesso dalla Chiesa. 
Lucia Immordino
Papa Francesco ha aggiornato il sistema legale vaticano criminalizzando la fuga di informazioni e al contempo formalizzando nuove leggi contro i crimini sessuali, ma uno sguardo più attento ha rivelato che ha reso illegale la denuncia di crimini sessuali sui minori. Secondo le nuove normative infatti, rivelare o ricevere informazioni vaticane riservate è ora perseguibile con una pena fino a due anni di carcere, mentre i nuovi abusi sessuali nei confronti dei minori sono punibili con dodici anni di prigione. Ma poiché tutti i crimini sessuali sono informazioni riservate, non c’è più una via legale per denunciare tali abusi all’interno

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