Tema: La bambola e i nastri rosa
Da Svolgimento
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Sez. Tutta colpa di SanremoSvolgimento
Le regole prevedevano solo poche deroghe. Una di queste allungava alle 22.00 l'ora di andare a letto il sabato sera. In camera, tuttavia, non gli restava che aspettare un po' di tempo. Una volta che i genitori si erano assopiti davanti alla TV e iniziavano a fare conversazione col loro russare, poteva tornarsene in salotto e sedersi su un cuscino accanto alla porta. In caso d'emergenza era facile nascondersi dietro la parete o tornarsene rapido su per le scale, verso il letto. Una trasgressione orchestrata con prudenza. Troppa la voglia di vedere ancora un poco tutte quelle persone, bellissime ed eleganti, alternarsi davanti ad un microfono, per intonare le canzoni di cui tutti avrebbero poi fischiettato i motivi nei mesi seguenti. Luci, fiori, fotografi, tutto faceva ben immaginare che quella era una cosa tanto importante. E voleva vedere, voleva sentire, e pazienza se ogni tanto anche lui cedeva al sonno e faceva scivolare la testa in avanti, per tornare subito dritto grazie anche all'aiuto del muro. Così perdeva il senso del tempo. Non pensava alla fatica del risveglio il giorno dopo, quando avrebbe comunque dovuto dar ragione di credere che aveva assolto all'obbligo delle otto ore di sonno imposte ai sui dodici anni. Non gli importava di lasciare a metà qualche ritornello, qualche ospite imperdibile o curioso.Gli piaceva sentirsi tra i grandi, davanti alla televisione. Rideva della sua trovata e tra uno spot e un nuovo annuncio ciondolava beato. Erano allora piccole colline a ridosso di un fiume. E ancora i primi piani sui violini. E poi una signora, vestita d'argento, si era sostituita al cuscino e gli sorrideva complice. Un ciuffo biondo gli solleticava il collo dall'alto. Mentre la madre girava la testa sul divano, lui si mise in ascolto della signora. No! Non l'aveva proprio vista quella bambola. In casa non ce n'erano. Lui e suo fratello, nel cesto dei giocattoli, avevano solo i Lego, qualche macchinina, i Robot e i Puffi. Ma niente bambole. Non poteva proprio essere in casa sua. Era dispiaciuto per lei. Di nastri rosa invece di sicuro ce n'erano dove la mamma teneva il necessario al cucito! Si offrì di provare a controllare. Il papà aveva dato un bacio sulla fronte alla mamma. Stava cercando il telecomando. Gli restava pochissimo per non farsi vedere. Ma dove era finita la signora? Che bella! Stava salutando con un ventaglio aperto in mano.
Quando tornò sotto le coperte decise, caparbiamente, di continuare proprio quello stesso sogno, e ci riuscì. "Signora! Signora! Guardi, ho trovato la sua bambola. E non è vero che si è fatta brutta"...
Gianluca Meis
"Ti sembro una parentesi?"