Tema: La mia mamma

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Ci sono donne, o meglio, immagini di donne, che da sempre ci accompagnano. Da quando piccini restavamo ore incantati alle chiacchiere di parenti, di cui ora non ricordiamo neanche il nome, ma di cui ricordiamo sicuramente quel favoloso giro di perle, quella borsetta ton sur tone, quei reggiseni che sfidavano, oltre che gli anni settanta, le leggi di gravità! Ma più di tutte queste nei nostri piccoli cuoricini ne troneggia da sempre una soltanto: la mamma!Gli italiani si sa, più che patriottici sono matriottici!La mamma, quella enorme figura che ci riempiva di sicurezza. Sempre pronta a consolarci stringendoci ai suoi seni odorosi. Disposta a farci giocare anche coi suoi capelli! Col rischio di perderci nelle sue cotonature come pollicino nel bosco e senza uno staccio di pagnotta da sbriciolare per giunta!La mamma, il nostro primo edipico oggetto del desiderio: lavandoci, riusciva a raggiungere angoli del nostro corpo (allora ancora inesplorati) per depositarvi la sua idea di pulizia, molto simile ad un rito di espiazione da monaco medievale.La mamma, questo essere misterioso capace di farci nascere i più potenti sensi di colpa con i quali poterci poi comandare a bacchetta!È scritto nella bibbia: “Donna tu partorirai con dolore!” Sì, aggiungo io, ma avrai poi tutto il tempo che vuoi per vendicarti!
La mia mamma era una donna bellissima da giovane! Convinta che la realtà fosse quella delle copertine delle riviste che leggeva. Era una di quelle che si chiedeva chi fosse il tipo accanto a Jaqueline Kennedy! Una di quelle che poi, a trentanni, sull’orlo dell’abisso di una zitellaggine incipiente, ha partecipato alla corsa di accaparramento di un marito: un po’ come arrivare tardi ai saldi insomma. Poi, si sa, che quel che si trova occorre sempre adattarlo: un colpo di forbice qui, un orlo di là e via!

Mio padre è un capitolo a sé nella mia vita, un po’ come nella vita di tutti i giovani a cui è toccato l'amore che non osa dire il suo nome (una parafrasi ipocrita per non dire "frocio"): la dimostrazione dell’assioma che le donne sono attratte da cose semplici e un po’ sciocche, gli uomini appunto. Di lui, da bambino, ricordo solo l’odore al ritorno dal lavoro che paragonato ai profumi della mamma lasciano intuire i perché di tante scelte future!Una volta preso da furore scientifico e consapevole che la mia vita da privilegiato figlio unico era ad una svolta gli chiesi: Papà, come nascono i bambini?” La risposta fu scontata e poco fantasiosa naturalmente: “Li porta la cicogna”. Non soddisfatto e acidamente incuriosito dal suo imbarazzo, ripresi: “E come è finito nella pancia della mamma?”. ”Bhe l’ha mangiato per tenerlo al caldoMangiato!? Mia mamma mangia i bambini? Mia mamma è comunista?! No, non ce la vedo sfilare con altre femministe del tempo a reclamare un uso in proprio del suo utero; e poi di rosso aveva solo delle spettacolari tinte ai capelli frutto di una mattinata di parrucchiere fai da te con la sorella, già di sicuro ubriaca!Ah la mia mamma! Un ponte meraviglioso tra l’acida follia e la perpetua convinzione che i travestiti non sono che una pallida imitazione!


Gianluca Meis

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