Svolgimento
Poi era stato un unico respiro, un solo movimento, un’unica esplosione di cristalli nel suo cervello. I muscoli erano così tesi che quasi le facevano male, sentire la sua bocca, risalire tra le sue gambe portando allo spasimo quel guizzo di nervi, le dava stordimento. Le loro mani si erano cercate e i loro corpi uniti, quel gesto lento e ritmato era la loro musica e lei aveva stretto ancora più forte un lembo di quel lenzuolo, per tirarsi su e ricadere su di lui persa in quel grembo, prima di ritornaread accoglierlo.
La testa piegata di lato, gli occhi ludici, solo più tardi quell’ombra violacea sul braccio le avrebbe ricordato che era stata lei stessa a mordersi e stringere così forte da lasciarsi un segno. La riguardava adesso quell’ombra, adesso che era sola nella stanza lasciata un po' in ombra e con il letto disfatto. L’odore di lui era ovunque, nei suoi vestiti abbandonati per terra, tra i suoi capelli scarmigliati, nelle sue mani, nella sua bocca e tra quelle lenzuola. Lei aveva una particolare ossessione per le lenzuola. Solo bianche. Allora aveva aperto l’armadio si era poggiata a quella infinita gamma di bianchi, gesso, avorio, madreperla, opachi o brillanti e tra le pieghe di ogni lenzuolo aveva cominciato a rivedere i loro incontri, i loro baci, le promesse e più guardava e più la stanza tornava ad illuminarsi di voci, risate, sospiri. Mentre il lenzuolo tornava ad essere il suo bozzolo.llg