Il dio, per dispetto ogni tanto mi manda un’onda lunga, che arriva giusta giusta a lambire il telo di spugna e bagnarlo, tanto sa che non riuscirà a convertirmi. La neve disturba anche lui e le sue acque, alterando gli equilibri del ciclo degli organismi marini. Meduse, che d’estate era pieno dovunque, quasi non se ne vedono più, si sono spostate verso zone più temperate, a nord. Pesci e crostacei hanno cambiato periodo di riproduzione, alcune specie hanno cambiato anche sesso, i maschi sono diventati femmine e viceversa, non sembra sia cambiato niente. Le balene, all’inseguimento del cibo, si spostano per chilometri in grandi branchi, sbilanciano l’intero bacino, ondeggia ora a destra, ora a sinistra, sembra un calice pieno nella mano di un ubriaco. Calamari seppie totani, anche essi guizzano in altre acque, con il loro inchiostro, in fuga perenne dalla gomma pane e dalle penne rigate. Tra tutti gli organismi terrestri, i pescatori sono quelli che si trovano sull’orlo di una crisi di nervi, ma forse quello più in crisi di tutti è l’omino che passava tra i bagnanti e vendeva il cocco fresco. La gente in queste occasioni, con una temperatura che tende allo zero, gradirebbe cioccolata calda e punch fumante, l’omino del cocco dovrà attrezzarsi al più presto, se vuole continuare a mantenere la famiglia.Nevica senza rumore, sulle tamerici salmastre e arse, e non nevica solo al mare. Le strade principali di accesso alla città si sono trasformate in piste di pattinaggio, ci sono auto disperse un poco ovunque che manovrano faticosamente per raggiungere la meta, o almeno una piazzola di servizio. Questa neve estiva, così romantica e ovattata, così insistente e lieve, ha messo in imbarazzo anche gli autisti più disinvolti, gli sbruffoni che al bar hanno sempre sfoggiato virtuosismi su strada, curve impossibili, sorpassi inverosimili, e adesso sudano e arrancano pattinando per guadagnare qualche metro. Il sole si capisce subito che non è il leone di sempre, rappresentante fiero della stagione estiva. Questa neve ci ha sorpresi ancora pallidi, e non ci sarà modo di abbronzarsi, non si potranno ammirare né ostentare abbronzature nelle gradazioni da zafferano a bronzo, da nocciola a moka. Gli animatori da spiaggia, i bagnini, questa estate nessuno potrà fare niente, solo pupazzi di neve. A forza di ripetere che non esistono più mezze stagioni, e di questo dobbiamo ammetterlo una buona parte di colpa è anche degli ascensori, le stagioni lentamente ci hanno creduto, si sono spostate, c’è stata come una specie di scivolone, e nel giro di un decennio le stagioni si sono ritrovate slittate di sei mesi.In tv lo dicono alle mamme, di solito più ricettive e apprensive, che non mandino al mare i bambini, d’estate, c’è il rischio di prendere dei mal di gola, tonsilliti, bronchiti, o di trovare barboni assiderati. E un invito al realismo lo rivolgono anche a chi guarda il calendario appeso in cucina per scegliere come vestirsi prima di uscire, di conseguenza nel mese di gennaio si mette il cappotto, a luglio bermuda e sandali, come se neve e solleone fossero fenomeni controllati e previsti dalla tipografia. I tempi sono cambiati, sembra tanto un luogo comune, ma con tutta questa neve neanche Cefalù è un luogo comune, non sanno come tenere le strade e i marciapiedi sgombri. Ci mettono il sale, è vero, ma non sarò io a dover spiegare loro che è meglio limitare l’uso del sale, a favore delle erbe aromatiche, dell’olio, del limone. Vengono a dirmi i meteorologi che è un problema di alta e bassa pressione. Hanno ragione, è per il troppo sale, dico io.
RQ