Tema: Quel che resta

Da Svolgimento @svolgimento

SvolgimentoNon riuscivano a pensare ad altro: Che ne sarà di noi?Immobili, sentivano la fatica anche di cercare una qualche consolazione necessaria: Che cosa ti preoccupa?Appoggiati sull'anonima formica di un tavolino fresco di disinfettante, non sapevano che altro fare, oltre ad una conversazione quasi distratta: Ti pare poco non sapere che fine faremo? Intanto non è educato rispondere ad una domanda con un'altra domanda.Sentivano solo un silenzio imbarazzato: Scusami, l'educazione era l'ultima cosa a cui pensavo.Non potevano staccarsi da quel tavolino: No. Non hai nulla da farti perdonare. Lo so che non è il momento forse, ma ho paura. Ti confesso che ho proprio paura.State tranquilli e per il momento non preoccupatevi. E ve lo dice il meno utile tra di noi. Datemi retta. Invidio la tua calma, questo è certo.Non è calma. Forse è solo serena rassegnazione. Infondo noi nasciamo già con un destino certo e piuttosto, come dire?, pre determinato, ecco.
La presunzione di essere indispensabili non è sufficiente. Questo l'ho capito da solo e da un bel po' ormai. Nonostante mi credevo utilissima, qua dentro, ho passato più tempo inattiva che altro.Lo stesso io. La mia utilità è diminuita di pari passo con l'aumentare delle sue preoccupazioni, purtroppo.Avete sentito anche voi?Sì. Troppi e troppo concitati per passare inascoltati.Ho una brutta sensazione. Quei passi mi mettono ansiaAnch'io ho paura adesso...L'infermiere aprì il cassetto. Estrasse gli occhiali con cura frettolosa: non riuscì ad evitare di lasciare diverse impronte sulle lenti. Prese anche la dentiera. Infilò entrambi in un sacchetto di plastica trasparente. Ne ripiegò i bordi fermandoli infine con una etichetta adesiva: "Effetti personali".Piegò infine il quotidiano del giorno prima e lo buttò in un cestino del corridoio. Più tardi sarebbero passati gli addetti al recupero della spazzatura differenziata.Firmò, per conto della caposala, il certificato di consegna e si mise al lato del letto, mentre quelli dell'obitorio facevano il loro.Gianluca Meis