Rosalia tremava: se avesse risposto, se avesse aperto gli occhi gli zii l'avrebbero portata via. Il suo respiro divenne sempre più affannoso e sudava, sudava dalla testa fino ai piedi."Rosalia perché fai così? Non ti va di venire con noi? Ti abbiamo portato tante belle cose: gli stivaletti rossi che ti piacevano tanto, un ombrellino a pois e tanti dolcetti di marzapane! Abbiamo fatto un viaggio lunghissimo per venirti a trovare e non sai quanta fatica ci è costata. Su, apri gli occhi, sappiamo che sei sveglia!""Che cosa faccio?" pensò fra sé " se apro gli occhi morirò d'infarto, sicuro! Io non voglio morire, non voglio vedere nessuno: voglio solo che se ne vadano via!" I mobili della stanza scricchiolavano e nonostante le finestre fossero chiuse, c'era molto vento. "Cosa faccio? Li apro o non li apro? E se li apro cosa mi succederà?"Ormai era spacciata: i defunti si erano accorti della sua finzione e non intendevano ripartire senza averla salutata. D'altro canto erano stati molto gentili: chissà che viaggio devevano aver fatto pergiungere fin qui dal Paradiso. Forse è meglio aprire gli occhi e affrontarli con coraggio! Aprì gli occhi e così facendo si svegliò. Accanto al suo letto non vide nè lo zio Antonino nè la zia Rosa ma, mamma e papà che nascondevano dei dolci, muovendosi lentamente, per non svegliarla. "Ah!" esclamò Rosalia. Sorridendo si riaddormentò. Il giorno dopo, come se nulla fosse successo, prese i suoi dolcetti. Poi accompagnò la mamma al cimitero, per andare a trovare gli zii. "Ti ricordi della zia Rosa, dello zio Antonino? Forse eri troppo piccola per ricordartene. Erano i fratelli della nonna e ti volevano un sacco di bene. Quando eri piccola piccola, la zia entrava in camera tua e, per farti addormentare, ti cantava una ninna nanna e tu ti addormentavi subito mentre lei ti cullava. Eh sì, la zia Rosa ti voleva tanto bene! Era anche una donna molto bella: capelli neri, occhi azzurri, seno formoso e vita stretta! In paese l'ammiravano tutti e si racconta che quando morì -non aveva neanche quarant'anni poverina- molti uomini portarono sulla sua bara delle rose rosse, dei gelsomini e delle violette. Lei amava molto le rose. Non ebbe mai figli, purtroppo."
Giunsero davanti alla tomba. Mentre la mamma puliva le lapidi, cambiava l'acqua dei fiori e sostituiva quelli secchi con quelli freschi, Rosalia pensava all'episodio della notte appena trascorsa.Era stato solo un sogno oppure era tutto vero? Non ricordava di essersi addormentata, soltanto di aver chiuso gli occhi. E poi quelle voci, quella mano calda... era tutto così reale!Forse era stato un brutto sogno. Pregò insieme alla mamma davanti alla tomba degli zii poi, mentre si guardava intorno, notò qualcosa di molto colorato che stava nascosto dietro alla lapide.Si alzò e andò a vedere. Non poteva credere ai suoi occhi: lì dietro, ad attenderla vi era un ombrellino a pois, un paio di stivaletti rossi, dei dolcetti e una fotografia della zia Rosa all'età d trent'anni che, sorridente e maliziosetta, strizzavano l'occhio allo spettatore.
Mimì