A telecamere spente gli addetti ai lavori, vincitori e sconfitti, furono invitati a trasferirsi al piano superiore per concludere i festeggiamenti di rito.A Carlo si presentava una possibilità. Poteva ritirarsi un attimo in bagno e studiare come mettere in atto il suo piano. Le aveva guardate e capito che non si sarebbero arrese!Alla toilette c’erano un mare di stronze, lì a rifarsi le labbra, a parlare di contatti già presi con sceneggiatori e patroni di festival vari. Di compensi e di agenti. Per un attimo Carlo sembrò non essere nessuno, ognuno badava alla propria bellezza riflessa sul grande specchio.Gli riuscì di entrare nello sgabuzzino dei detersivi. Uno sguardo rapido e sopra una mensola, accanto ad un cacciavite, trovò due didoncini di quel che cercava.Aveva pensato solo a qualche goccia, giusto per dare una brutta serata e nient’altro, ma certe idee se ti prendono si gonfiano come palloni areostatici. La sua era una vittoria troppo importante!Gli ultimi tre mesi li aveva trascorsi a cercare il colore giusto per i suoi capelli. Lo aveva cambiato ben sette volte finché non aveva trovato quel rosso-fiamma che avrebbe fatto sciogliere pure gli iceberg del Polo Nord. Aveva fatto diciassette volte la ricostruzione delle unghia delle mani che gli venivano sempre a becco di pappagallo, finché non aveva trovato l’onnipotente Brasilia in un centro estetico di Oslo. Negli anni precedenti, come Cher, si era fatto strappare due costole. Si era fatto aggiungere e togliere brandelli di carne dovunque. Scavare le ascelle, gonfiare i glutei… Non aveva solo cambiato sesso… aveva ricercato la bellezza!Erano tante le partecipanti belle quest’anno, non lo si poteva negare. Magari, pur essendo lei la vincitrice, registi e case di moda avrebbero scelto le altre. Eliminare tanta concorrenza, in fondo, non era una cattiva idea.Salì al piano di sopra, cercò un cameriere e con lo sguardo ammiccante chiese dello champagne e due calici. “Devo festeggiare in privato” disse, passandogli due dita sotto il mento e il cameriere gli procurò quanto richiesto. Nel salone si aspettava ancora l’arrivo di gente importante. Tornò indisturbata nello sgabuzzino, svuotò la bottiglia, la riempì di acido. Con il cacciavite smussò il tappo per farlo rientrare e risistemò alla meno peggio la carta dorata del sigillo.Dagli applausi capì che adesso aspettavano lei. La Star del momento. Entrò tenendo alta la bottiglia in segno di vittoria. Avrebbe richiamato attorno a sé tutte le partecipanti…Tante mani protese verso di lei, tanti i calici, tanti sorrisi bugiardi, tanti auguri che in realtà le auguravano male! Da lì a un momento avrebbe agitato la bottiglia e le avrebbe annaffiate restituendo con “affetto” la loro simpatia. Adelaide Jole Pellitteri
A telecamere spente gli addetti ai lavori, vincitori e sconfitti, furono invitati a trasferirsi al piano superiore per concludere i festeggiamenti di rito.A Carlo si presentava una possibilità. Poteva ritirarsi un attimo in bagno e studiare come mettere in atto il suo piano. Le aveva guardate e capito che non si sarebbero arrese!Alla toilette c’erano un mare di stronze, lì a rifarsi le labbra, a parlare di contatti già presi con sceneggiatori e patroni di festival vari. Di compensi e di agenti. Per un attimo Carlo sembrò non essere nessuno, ognuno badava alla propria bellezza riflessa sul grande specchio.Gli riuscì di entrare nello sgabuzzino dei detersivi. Uno sguardo rapido e sopra una mensola, accanto ad un cacciavite, trovò due didoncini di quel che cercava.Aveva pensato solo a qualche goccia, giusto per dare una brutta serata e nient’altro, ma certe idee se ti prendono si gonfiano come palloni areostatici. La sua era una vittoria troppo importante!Gli ultimi tre mesi li aveva trascorsi a cercare il colore giusto per i suoi capelli. Lo aveva cambiato ben sette volte finché non aveva trovato quel rosso-fiamma che avrebbe fatto sciogliere pure gli iceberg del Polo Nord. Aveva fatto diciassette volte la ricostruzione delle unghia delle mani che gli venivano sempre a becco di pappagallo, finché non aveva trovato l’onnipotente Brasilia in un centro estetico di Oslo. Negli anni precedenti, come Cher, si era fatto strappare due costole. Si era fatto aggiungere e togliere brandelli di carne dovunque. Scavare le ascelle, gonfiare i glutei… Non aveva solo cambiato sesso… aveva ricercato la bellezza!Erano tante le partecipanti belle quest’anno, non lo si poteva negare. Magari, pur essendo lei la vincitrice, registi e case di moda avrebbero scelto le altre. Eliminare tanta concorrenza, in fondo, non era una cattiva idea.Salì al piano di sopra, cercò un cameriere e con lo sguardo ammiccante chiese dello champagne e due calici. “Devo festeggiare in privato” disse, passandogli due dita sotto il mento e il cameriere gli procurò quanto richiesto. Nel salone si aspettava ancora l’arrivo di gente importante. Tornò indisturbata nello sgabuzzino, svuotò la bottiglia, la riempì di acido. Con il cacciavite smussò il tappo per farlo rientrare e risistemò alla meno peggio la carta dorata del sigillo.Dagli applausi capì che adesso aspettavano lei. La Star del momento. Entrò tenendo alta la bottiglia in segno di vittoria. Avrebbe richiamato attorno a sé tutte le partecipanti…Tante mani protese verso di lei, tanti i calici, tanti sorrisi bugiardi, tanti auguri che in realtà le auguravano male! Da lì a un momento avrebbe agitato la bottiglia e le avrebbe annaffiate restituendo con “affetto” la loro simpatia. Adelaide Jole Pellitteri
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