Tema: Uso proprio del sanguinaccio nella dieta vegana dei cannibali della Nuova Zelanda

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La Nuova Zelanda, ridente territorio indimenticato, circondato dal mare e contornato da aspre coste selvagge. Nelle zone interne sono presenti numerosi villaggi sparsi nelle zone più folte della foresta australe, una parte del mondo particolarmente ricca di umidità, con piogge quotidiane che si alternano a ore di caldo torrido e zanzare rombanti che s’inseguono tra il fogliame.Gli insediamenti indigeni risalgono a molto tempo prima che la Nuova Zelanda fosse abitata, sono stati ritrovati dei sassi incisi che raffigurano scene naturalistiche preistoriche in cui non è mai presente la figura umana, ma soltanto kiwi. In un periodo successivo i neozelandesi fondarono villaggi con capanne stabili, dotate di confort che a quei tempi gli uomini neanche se li sognavano, tipo il letto di paglia, l’armadio di legno, il bagno fittile. Campagne di scavi recenti hanno portato alla luce resti di cucine in muratura, con piani di cottura e forno a incasso, ma si ritiene appartengano a fasi successive di urbanizzazione.Gli indigeni in Nuova Zelanda sono onnivori, alcune tribù preferiscono la carne, altre i vegetali. Tra kiwi e kiwi si è generata una certa confusione, spesso un vegetariano pensa di mangiare un kiwi e invece sta mangiando un kiwi, per cui il confine tra vegetariani e carnivori si è sempre più assottigliato fino quasi a scomparire.In questo clima di incertezza si è generato l’unico gruppo cannibale neozelandese conosciuto, i cui componenti tormentati dal dubbio gastronomico costante, sono diventati vegani e mangiano esclusivamente kiwi.L’allevamento del kiwi della Nuova Zelanda è conosciuto sin da quando i primi esploratori sbarcarono sulle coste asprigne intorno ad Auckland. A quei tempi la città non esisteva ancora, ma soltanto un villaggio di allevatori di kiwi che si arrovellavano, questo gli esploratori lo capirono solo dopo aver imparato la loro lingua, si chiedevano cosa fosse meglio abbinare al kiwi come contorno. C’erano due scuole di pensiero, una sosteneva che la morte del kiwi è a forno con le patate selvatiche, l’altra era convinta che non c’era contorno migliore delle coste asprigne, un vegetale che cresceva intorno a Auckland.

Gli esploratori, che avevano missioni più importanti da svolgere, diedero poca considerazione al problema, e questa leggerezza fu però l’origine di tutte le varianti gastronomiche cui furono sottoposti i kiwi da quel periodo in poi.Primo fra tutti il sanguinaccio, che come si sa è un insaccato a base di sangue, cibo da vampiri, la cui creazione è attribuita al responsabile del Gruppo Donatori di Sangue di Kiwi in attività itinerante nei villaggi dell’interno. Si narra che, a causa di un esubero di donatori, egli abbia avuto la brillante idea di conservare l’eccedenza di sangue in otri di pelle sterilizzati a bagnomaria. Il risultato fu insoddisfacente dal punto di vista medico-scientifico, mentre trovò subito una larga fascia di estimatori tra gli indigeni, che lo arricchirono di spezie e aromi.La tribù dei cannibali vegani continua a seguire la sua dieta a base di kiwi, una dieta monotona, dal punto di vista linguistico. Con l’incalzare del progresso si fa strada un certo senso di stanchezza che ha generato scintille di dissidenza tra i più anziani. Certe notti si riuniscono in una capanna un po’ periferica e organizzano cene a base di sanguinaccio e vino a volontà, ma questo tipo di attività clandestina non è ben visto dal capo villaggio che, per dovere istituzionale, è costretto a redarguire i vecchi cannibali nostalgici. Il capo villaggio vegano ha comunque poco da vantarsi, perché corre la voce che anche lui, nella dependance della sua capanna, organizzi nottetempo dei festini a base di sanguinaccio, con musiche neozelandesi che inneggiano a consumare kiwi al posto dei kiwi.Qualcuno ha pensato a istituire una norma che proibisca il consumo il sanguinaccio tra le comunità che consumano i kiwi, ma questa norma, anche se entrasse in vigore, non intaccherebbe le abitudini alimentari dei cannibali vegani di sani principi, i quali fedeli alla loro tradizione, consumeranno sempre e solo kiwi.

Raimondo Quagliana