
Non gli piacerà il profumo del caffè, o il colore delle tazze o chissà cosa, fatto sta che viene sopraffatto da qualcosa e ciao, lo perdiamo per alcuni minuti. Ho cercato un po' di informazioni e scoperto, com'era prevedibile, che è un problema di molti genitori. Vuoi l'età, nell'intorno dei due anni cominciano ad essere davvero i "terribili due"; vuoi i sensi di colpa di genitori sempre affannati in altre faccende (per necessità e quasi mai per scelta), ma i rapporti famigliari attraversano lunghi momenti di capricci e incomprensioni, che logorano i genitori e destabilizzano il pupo. Che fare? I consigli più sensati mi sembrano quelli di tata Adriana (SOS Tata. I consigli li ho trovati su nostrofiglio.it), che vi riporto:
Mantieni sempre la calma.Non urlare altrimenti il bambino si agiterà di più. Sii ferma nelle tue decisioni. Se è NO, è NO. non fare niente che possa confondere il significato della parola NO. Ignoralo. Se non si mette in una situazione di vero pericolo, non reagire. E' la chiave per eliminare un comportamento indesiderato. Evita di dilungarti in lunghe spiegazioni del perché non deve fare una cosa.. o meglio, lascia la spiegazione per un altro momento. Non comprarlo. Se gli dici "prendiamo un bel gelato se ti comporti bene al supermercato", non farai altro che incoraggiarlo a comportarsi male di prassi (il comportarsi bene diventerà l'eccezione per cui verrebbe premiato). Attenzione alla stanchezza!Facci caso che sicuramente itantrumsavvengono quando il bambino è stanco. Quando lo vedi arrabbiato o nervoso, fagli fare un pisolino o comunque un po' di relax (coccolandovi sul divano o sul letto, leggendo una favola, ecc.) Dedicagli del tempo.Spesso i bambini hanno itantrumsperché vorrebbero la nostra attenzione. Fatti un esame di coscienza. Dov'eri? Sicuramente immersa in un'attività che non lo riguardava. Quando un bambino ha bisogno di stare un po' con la mamma o con il papà, spesso iltantrumdiventa il suo modo per dircelo. Quando si è calmato, ricorda di dedicargli un po' di tempo di qualità solo con lui.
Non lo punire perché ha avuto un tantrum. E’ un comportamento del tutto normale, perché i piccoli non sanno gestire le emozioni. A una rapida occhiata posso dire che sbaglio su almeno 3 punti: mi dilungo in spiegazioni che neppure io capisco; certamente lo trascuro almeno 10 minuti per la colazione e non sempre riesco ad essere ferma nelle mie decisioni. Quest'ultima è senz'altro la debacle più pericolosa: gli sto dicendo che se piange e perde le staffe da me può ottenere quello che vuole. Ho un'età che non lascia più spazio (o molto poco) ai sensi di colpa, se avessi 10 anni in meno ne avrei a kili. Da qualche tempo, poi, Cigolino piange ogni volta che mi allontano. Anche se sono in casa, anche se sono nella stanza di fianco e continuo a parlargli per rassicurarlo. Non c'è verso. Piange. Il risultato è che io sembro una trottola impazzita, lui non trova pace e in casa e' un pianto continuo. Pare che questo sia un problema di struttura del pensiero. Nei bambini ciò che non si vede semplicemente non c'è più. Per cui ogni volta che mi allontano, per lui è per sempre. Non tornerò. In questo caso ho sperimentato che la cosa più efficace è fermarsi un attimo e fare insieme ciò che lui sta facendo in quel momento: guardare un cartone animato, sfogliare il libro, giocare con la palla, qualunque cosa, ma insieme. Lo rassicura abbastanza da avere poi una mezz'oretta di autonomia. E' così che si impara a svolgere a tempo di record le faccende domestiche, sappiatelo.