Tempi di Tissot

Creato il 16 febbraio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

A Roma il grandioso Chiostro del Bramante, ancora per una decina di giorni, concede la sua magia a una mostra lussuosa avvolta in una cortina d’altri tempi, dai contenuti languidi e vitaioli, del pittore James Tissot.

Nato in Francia, Tissot abbandona presto i confini del proprio paese per ricercare, oltre Manica, equi consensi nei saloni delle alte sfere di sua maestà Vittoria, alternando, nelle sue tele, ardimenti mondani a pruderie, così come suggerirà in Italia De Nittis.

Ben delinea l’esposizione romana l’indole in dissidio di Tissot che si anticipa, suo malgrado, anti-impressionista per vocazione e per controdeduzione, pittore risolutamente di studio, contro ogni lusinga del tempo verso la ricerca della estemporaneità.

Lungi dall’adattarsi alle correnti contemporanee che vogliono, nell’arte, esaltare il fermento cinetico e la fenomenicità, Tissot attiva la sua controrivoluzione riscoprendo l’arma della sedimentazione, della annotazione e del ripensamento, nobilitando accademismi apparentemente evaporati ed esotismi minuziosi, riaprendo le porte ad una monumentalità intima, sussurrata.

Tissot rigetta l’improvvisazione, fonde sfilacciature realistiche selezionate con cura quasi fotografica ad una natura di ampio respiro cromatico dai toni argentei e introspettivi e le riempie di un disegno calibrato, ingresiano, possente cui unisce, sovente, piccole note sagaci.

Opere di grande impatto sono giunte a Roma provenienti da contenitori d’eccellenza – la Tate di Londra, il Petit Palais e la Gare d’Orsay che nei decenni precedenti hanno parimenti arricchito i programmi di altrettanto significative sedi espositive: a New Haven, a Québec City, all’Abright-Know di Buffalo, a Brooklyn e nel museo della sua città natale, Nantes.

Otto le sezioni curate a Roma da Cyrille Sciama, non ultima quella conclusiva che lo vede animato da un impeto mistico, dopo il brusco rientro in patria, successivo alla perdita della compagna e modella Kathleen Newton.

Dopo dieci anni di peregrinare fra Palestina e Medio Oriente, la sua indole lo porterà ad intensificare il lavoro incisorio dedicato ai temi veterotestamentari qui pure presenti con alcuni campioni di eccellente fattura.

Per la prima volta in Italia, il Tissot al Chiostro del Bramante è un appuntamento cui non è possibile mancare.

Per maggiori informazioni.




Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :