Un poco come chi, in fuga preventiva dal tonfo da guinnes dei primati del Pdl parmigiano, viene paracadutato a Fidenza con il compito di rottamare il sindaco... finendo rottamato lui e il suo circolo magico.
Tempi grami? Sagra del banale? Forse. O forse no. A pensarci, rischiavamo di chiudere la politica nelle stanze di partito, dove si pretende obbedienza e si esige il silenzio al servizio di non si capisce bene quale interesse che, furbescamente, si proclama dei cittadini ma in concreto riguarda politicanti di secondo piano, personaggi a fine corsa, senza vitalità e autonomia, impantanati da lotte intestine, in via di disgregarsi senza speranza di rimedio che non sia il muoia Sansone e tutti i Filistei.
Dunque, tempi grami si, ma quelli dei mesi dietro alle spalle. Oggi, ora, credo assolutamente necessario, per ridare un senso alla politica, farsi carico di una prassi che non cerca di rispondere a domande ideali, ma sarà, e forse già è, soprattutto un mondo, una realtà in cui gli uomini possono vivere senza promesse politiche di redenzione o assistenza metapolitica, continuando ad essere lo stesso se stessi in rapporto con gli altri, oltre gli steccati ideologici ma uniti in nome di un elenco di cose da fare per dare risposte nuove alle nuove sfide che ci attendono... e la politica riconquisterebbe il suo significato originale, altro che "sagra del banale".
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