Tempi lunghi per il centro storico.

Creato il 16 settembre 2011 da Laperonza

Marisa Colibazzi, nel suo articolo di oggi sul Resto del Carlino, coglie in pieno il nocciolo del problema. Non solo ha capito perfettamente quale sia la valenza di un progetto complesso sotto ogni punto di vista come l’albergo diffuso, ma chiude l’articolo con una frase che racchiude in sé tutta la problematica del centro storico di Montegranaro: “un progetto che potrà portare i propri frutti ma in tempi decisamente lunghi”. In effetti il punto che deve essere ben chiaro a tutti coloro che in qualche modo si impegnano o intendano impegnarsi per il recupero della parte antica di Montegranaro è proprio questo: servono tempi lunghi, molto lunghi. Non si può pensare di riparare un danno per causare il quale sono occorsi decenni in una manciata di mesi. Il risanamento del quartiere necessita di pazienza e dedizione, ma soprattutto di tempo e di costanza. Non è quindi consentito scoraggiarsi anche quando sembra che i risultati non vengano. In realtà negli ultimi mesi di risultati ve ne sono stati, e non parlo di quello che si può vedere, come una certa maggiore pulizia (che però può regredire in pochi giorni) o l’intervento di ristrutturazione sull’ospedale vecchio. Mi riferisco alla presa di coscienza da parte del mondo della politica del fatto che il centro storico esiste e costituisce un problema da risolvere, una priorità. Questa presa di coscienza ancora non è piena ed è indispensabile continuare a fare pressione perché non si cessi di porre attenzione sulla questione centro storico ma, anzi, vi si ponga maggiore impegno. E il risultato maggiore è proprio questo: molti concittadini hanno capito che il borgo è un patrimonio comune e non soltanto di chi ci abita; hanno capito che una città che rinnega il proprio passato o lo ignora non ha un futuro; hanno capito che il nostro patrimonio storico, architettonico e artistico va salvaguardato e rivalutato per il bene comune. Certo, non tutti i Montegranaresi hanno sviluppato questa sensibilità, ma siamo migliorati di molto. La strada è appena cominciata, è tutta in salita e piena di curve ma bisogna percorrerla. Se mettiamo la freccia e ci fermiamo molto probabilmente perderemo l’ultima occasione per salvare la storia della nostra città.

Luca Craia


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