"Tempi Moderni" di Charlie Chaplin è un film importantissimo.
Tanto per cominciare segna il conflitto tra l'avvento del sonoro e la tradizione dei film muti.
Chaplin detestava il sonoro! Come lui tanti altri attori dell'epoca, che temevano di chiudere la loro carriera non avendo una bella voce o una pronuncia perfetta. Ricordiamoci che molti erano emigrati.
Chaplin non temeva per la sua voce, sapeva cantare discretamente grazie a sua madre, che per vivere si esibiva come cantante in piccoli teatri. Ma temeva per la sua creatura, Charlot.
Il suo personaggio era perfetto per i film muti, nel dargli voce temeva di rovinarlo.
Dopo "Tempi Moderni" Chaplin non vestirà mai più i panni di Charlot.
Il sonoro aveva vinto sui film muti.
Il sonoro si era guadagnato il suo spazio già in quest'ultimo film di Charlot, dove per la prima e ultima volta canta "Je cherche après Titine" in un misto tra francese, italiano e spagnolo. Canzone diventata famosissima!
Negli anni, "Tempi Moderni" ha assunto anche il valore di documento storico. Con geniale ironia, Charlie Chaplin denunciava il lavoro alienante degli operai addetti alla catena di montaggio, e le condizioni pietose in cui era costretto a vivere chi non aveva un lavoro a causa della recessione.
Chaplin ha avuto un'infanzia molto difficile, di povertà assoluta, e ha imparato a sue spese cosa vuol dire trovarsi in un orfanotrofio. Per questo, appena ne ha avuto l'opportunità, ha dato risalto, attraverso i suoi film, alla povera gente "che marcia alla conquista della felicità".
Piccola nota di gossip:
Charlie Chaplin sposò la protagonista femminile di "Tempi Moderni", la allora ventunenne Paulette Goddard. Era il 1936, divorziarono nel 1942.
Chaplin è il regista più giovane che abbia mai ricevuto un Oscar alla carriera. A soli 40 anni e 7 anni prima di realizzare “Tempi Moderni”!