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Tempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-Militare

Creato il 20 giugno 2013 da Antonio Conte

Tempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-MilitareTempio Pausania/ 18 Giugno. La Brigata “Sassari” in una Esercitazione congiunta Civile-Militare

 BRIGATA “SASSARI”
LA TRANSIZIONE E L’AFGHANISTAN: IL MINISTERO AFFARI ESTERI AL “SANDALYON 2013”

Tempio Pausania, 18 giugno 2013. “La transizione in Afghanistan è ormai entrata nella quarta fase, si concluderà nel luglio del prossimo anno, molti gli obiettivi ancora da raggiungere ma anche i passi in avanti fatti dal Paese mediorientale”, così Filippo Alessi della Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri intervenuto al ciclo di conferenze organizzate nell’ambito dell’esercitazione “Sandalyon 2013” , che si sta svolgendo a Tempio Pausania (OT). Esercitazione che vede la Brigata “Sassari” e organizzazioni internazionali impegnate nella simulazione di situazioni di emergenza tipiche dei teatri operativi all’estero.

Con i suoi circa 33 milioni di abitanti (non esiste un censimento) l’Afghanistan è un paese ricco di risorse naturali ma dove mancano le strutture per poterle sfruttare.

“Molto di quello che si sta facendo in Afghanistan è frutto di aiuti internazionali e di accordi bilaterali, come quello che il presidente Karzai ha firmato con l’Italia nel gennaio dello scorso anno.  Ma anche il governo ha di recente chiesto un prestito. Oggi, in città come Herat, il 30% degli studenti universitari è fatto di donne, esiste una quota rosa in Parlamento, c’è finalmente una legge che tutela le donne da ogni forma di violenza, e vengono creati centri che accolgono quelle in difficoltà, con i propri figli. E poi sono state costruite strutture che garantiscono un’assistenza sanitaria minima, scuole, infrastrutture idriche. Si sta lavorando per mettere in piedi una rete stradale efficiente, sono stati stanziati fondi affinché entro la fine del periodo di transizione sia utilizzabile il ristrutturato terminal civile dell’aeroporto di Herat, è stata creata un’autorità per l’aviazione che dovrà certificare i quattro aeroporti internazionali del Paese. La presenza occidentale in Afghanistan non è solo militare ma a sostegno dello sviluppo sociale e favore della popolazione”, ha concluso Alessi.

“E’ la conferma che la transizione non è solo una questione di sicurezza ma va formata anche la capacità di gestire risorse e attività – ha commentato il Comandante della Brigata “Sassari”, il Generale Manlio Scopigno – se non si investe anche su queste cose tutti gli altri sforzi vengono dimensionati”.

Dei diritti dell’infanzia ha parlato Eleonora Baltolu, dell’Unicef. “Una delle cose più difficili ancora oggi in Afghanistan per una donna è partorire. Così come ancora troppi bambini muoiono per quelle che in occidente non possono neanche essere classificate con malattie, una su tutte la dissenteria”.


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