Copertina haunt, nel cd un sole malefico e drogato a “rischiarare” melodie racchiuse in confettini radioattivi dai colori acidi, che se li semini, fruttano in piante che ballano con nelle cuffie Nuggets e affini. I Temples sono James Edward Bagshaw (capo, chitarrista e cantante) e Thomas Edison Warmsley (basso) da Kettering, profonda Inghilterra, e hanno tanto colpito Noel Gallagher e Johnny Marr, entrambi pronti a definirli la next big thing UK dell’anno. Capita che in questi casi l’entusiasmo partigiano possa confondere un po’ le orecchie e capita anche che ci siano volte, come questa, in cui due tipi famosi la dicono giusta. Sun Structures è un gran disco di garage/power pop, dotato di quei tratti lisergici che rimandano al Barrett migliore, agli Zombies o ai Tame Impala più addolciti. Tra giri armonici come vortici di jingle jangle purificanti, è molto piacevole ritrovare un disco la cui forza si basa sulle “canzoni” e su quanto sia importante incrociare alla perfezione composizione e suono. Fondamentale che James e Thomas non si lascino andare alle solite “beghe” del rock’n roll, sfasciando il ponte ad arcobaleno che li lega al mondo.
Tracklist
01. Shelter Song
02. Sun Structures
03. The Golden Throne
04. Keep In The Dark
05. Mesmerise
06. Move With The Season
07. Colours To Life
08. A Question Isn’t Answered
09. The Guesser
10. Test Of Time
11. Sand Dance
12. Fragment’s Light