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INTERVISTA dal CAIRO AD ALY AFIFI
Aly Afifi è poeta, critico, regista della televisione di Stato settore canale culturale. Capo dipartimento del Cinema. Capo dell’amministrazione del Ministero della cultura settore Cultura e Cinema del Cairo
Abbiamo intervistato Aly Afifi in quanto dietro questo personaggio si cela una identità a molti sconosciuta. Si fa presente che la presente intervista è rilasciata esclusivamente per la rivista on-line dal titolo “Tempo reale”.
Lei è un grande personaggio sia del mondo del Cinema ed anche della cultura, come sta vivendo questo momento in piena rivoluzione?
Penso al domani a tutto quello che potrà accadere a coloro che hanno partecipato e continuano a lottare per la rivoluzione. Penso a mio fratello Omar Afifi uno dei più grandi partecipanti alla rivoluzione, ed insieme a lui ancora oggi continuo a lavorare per portare avanti questa battaglia nell’organizzare i vari percorsi da fare.
Lei parla di suo fratello, dove si trova attualmente Omar?
Omar Afifi oggi si trova in America, era un poliziotto, ed è stato ferito durante il suo lavoro, poi è andato in pensione per causa di servizio. Ha scritto un libro desiderava spiegare alla massa come è il lavoro di un poliziotto che svolge il suo servizio per strada, le difficoltà che incontra, partendo sempre dalla legge, questo naturalmente ha creato problemi verso l’alto, parliamo di superiori, che hanno iniziato prima con le minacce poi in seguito di volerlo uccidere. Stanco di non poter più vivere, braccato come un animale, Omar è stato costretto a rifugiarsi in America. lasciando la moglie e la figli di 5 anni , e da li inizia la sua battaglia contro il Governo egiziano, ed è stato lui a dichiarare il 25 gennaio la data della rivoluzione in quanto coincide con la festa della Polizia.
La sua battaglia è iniziata prima da solo, poi pian piano altri hanno condiviso la sua idea sino ad arrivare a facebook.
Durante la rivoluzione ed ancora oggi lui continua a predicare quello che poi dovrà accadere dopo due giorni. Quindi lei afferma che ad iniziare questa catena su Facebook è stato Omar e non i giovani come si è sempre dichiarato.
No anche i giovani hanno avuto il loro ruolo in questa catena di rivoluzione. Lei sa che sta facendo una dichiarazione ad un inviato di un giornale?
Indubbiamente si, so quello che faccio
Continuiamo con questa intervista, mi parli del 6 Aprile che cosa è accaduto?
Il 6 aprile un’altra data molto importante si era creato un gruppo con uno slogan che si chiamava “Basta così”, che andava contro l’uccisone di Kaled Said, il primo martire della Rivoluzione.
Chi era Khaled Said? Forse molti non lo conoscono.
Khaled Said era un giovane che aveva scoperto che i Poliziotti rivendevano la droga sequestrata una parte andava al Governo l’altra a loro.
Sono dichiarazioni molto forti.
Questa è la realtà, ed è anche per questo che noi oggi facciamo la rivoluzione
Aly Afifi, che ruolo ha lei all’interno del gruppo dei Rivoluzionari?
Ho partecipato alle manifestazioni. Dopo la caduta di Mubarak mi sono recato alla Tv dove lavoravo, ed ho iniziato la mia lotta battaglia in quanto i Capi erano dei corrotti. Ho lavorato fino al 29 Marzo, poi sono riuscito ad organizzare una grande manifestazione all’interno della TV dello Stato e cacciare finalmente i corrotti.
Lei crede nel cambiamento?
Indubbiamente si, ma deve avvenire prima nella grandi istituzioni per poi passare alle piccole
A Piazza Tahrir sembra che la gente non ha un punto di riferimento,ovvero non ci sono dei capi, è una impressione oppure una realtà
Tutti noi sappiamo che la rivoluzione è iniziata con i giovani i quali non credevano più negli adulti. Poi pian piano all’interno dei gruppi sono nati dei capi ,che l’esterno non conosce ma esistono, e non possono uscire allo scoperto per non essere arrestati.
Tutti i gruppi hanno dei capi come i fratelli musulmani.
Il popolo ha un’ideologia politica oppure no
La rivoluzione si sta svolgendo ma non è ancora finita,non abbiamo ancora una vera ideologia,ma passo dopo passo si arriva ad essa.
Ma questa non vuol dire che non ci sono ideologie,all’interno dei sistemi troviamo comunisti,socialisti,fratelli musulmani in realtà siamo davanti a tante ideologie- Attualmente la massa ha un unico punto in comune, tutti sono concordi a volere la giustizia,la libertà,e la verità,che ogni individuo ha il diritto di avere e di cui ha bisogno. Questa è democrazia,questa è libertà.
Come vede oggi l’Egitto
L’Egitto è un grande paese come lo è sempre stato.
Gli egiziani sanno che ci sono delle persone che hanno paura della rivoluzioni e dei cambiamenti anche all’interno del proprio territorio, ma vi sono anche alcuni Stati come l’America,l’Arabia Saudita,Israele che manifestano la stessa paura.
Come ci sono funzionari del vecchio regime che oggi si proclamato rivoluzionari,ma solo perché hanno paura.
Secondo lei cosa accadrà quando l’Egitto si libererà da tutto questo
Quando l’Egitto si libererà avrà non soltanto la volontà,ma sarà in grado di far muovere con le proprie mani tutto quello che lo circonda,sarà il centro del Medio Oriente.
Tutti i politici hanno capito questa situazione. I miliardi di dollari spesi sono serviti a far restare l’Egitto non soltanto povera ma anche emarginata.
Attualmente l’Egitto appare debole in quanto si vuole far cadere l’istruzione media e culturale, il che significa portare il popolo a tornare indietro.
Mio padre dice :” C’è sempre un elemento che è stato preso, (una scintilla) se oggi noi vogliamo calcolare la questione dell’Egitto. Ma è stato proprio questo elemento che ha fatto scoppiare la rivoluzione.”(traduzione alla lettera per non perdere il significato che afferma)
Ora noi possiamo vedere con chiarezza la verità ovvero che la rivoluzione egiziana vincerà,malgrado i vari tentativi di coloro che cercano di creare caos.
L’Ambasciata americana è un segno di infiltrazione negli affari dell’Egitto che in seguito questa porterebbe portare ad uccisioni organizzate da parte dell’America.
Le faccio la stessa domanda lei sta rilasciando una dichiarazione ad un inviato di un giornale
Non ci sono problemi
Signor Aly Afifi tornando a quello che aveva detto precedentemente lei parla di comunisti,ma a quali si riferisce ai salifiti oppure ai comunisti
Una bella domanda ,le risponderò con il dire che i musulmani salifiti discendono da Mohamed Enbn.Prima della rivoluzione, andavano contro il Governo,oggi vogliono approfittare della rivoluzione per i loro interessi. Non è amato dal popolo,a volte sono pericolosi. Noi parliamo invece di comunisti.
Secondo lei l’Egitto arriverà alla libertà e alla democrazia
Certamente si,noi lottiamo per questo.
Come vede i rapporti con l’Occidente
L’Occidente dovrà capire quale è la vera giustizia, di non usare il razzismo, di non vedere due mondi dove da un lato c’è Arabi-Israeliti dall’altra parte di non vedere l’Egitto. Se l’Occidente riuscirà a vedere l’Egitto come paese uguale agli altri, i rapporti egiziani con gli europei saranno perfetti.
In questo momento delicato tutti i paesi europei che sono accanto alla popolazione egiziana saranno apprezzati.
Mi scusi ora sono io a fare una domanda,pubblicherete la mia intervista ?
Certamente si,noi cerchiamo di informare sempre l’opinione pubblica.
La ringraziamo per aver concesso questa intervista esclusiva al nostro giornale
L’inviato
Luisiana Ruggieri