Ten minutes older e l’autoritratto di Godard in dvd per Ripley’s

Creato il 06 gennaio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Quindici autori della Settima arte portano sullo schermo la propria personale interpretazione del tempo.

E’ il lodevolissimo, ambizioso progetto Ten minutes older, datato 2002 e diviso in The cello e The trumpet, che approda finalmente su supporto dvd grazie a Ripley’s Home Video, la quale lo edita in mini-cofanetto costituito da due dischi, ognuno contenente una delle due parti.

Con un making of di oltre tre quarti d’ora posto a corredo del tutto, il passare dei giorni, lo scorrere degli attimi, la nascita e la morte, la vita e il sesso, la storia e il mito, il presente e la memoria raccontati con la più completa libertà creativa e nel ristretto spazio di dieci minuti.

Dall’improbabile fuga d’amore verso Mosca inscenata da Aki Kaurismäki al delicato apologo sull’importanza capitale della fantasia per mano di Chen Kaige; passando per il ritmo della vita secondo Víctor Erice, Werner Herzog che mostra il primo incontro dell’ultima tribù di Indios dell’Amazzonia con l’uomo bianco, l’intervallo di lavoro di un’attrice visto da Jim Jarmusch, deliri allucinatori on the road a firma di Wim Wenders e uno stringatissimo documentario di Spike Lee riguardante i brogli elettorali verificatisi in Florida per le elezioni presidenziali del 2000.

Mentre Bernardo Bertolucci propone la tragica Histoire d’Eaux, Mike Figgis omaggia Beckett, Kienholz e Segal, Jiří Menzel indaga sull’invecchiamento fisico e psicologico attraverso la vita di una stella del cinema e le immagini dei suoi film, István Szabó narra quella che sembra la normale preparazione di una cena di compleanno, Claire Denis immortala una conversazione in treno tra un filosofo e una sua studentessa straniera, Volker Schlöndorff s’ispira a Le confessioni di S. Agostino e Michael Redford si butta sulla fantascienza.

Per ultimo, invece, con un episodio presentato sotto forma di dieci piccoli film da un minuto, abbiamo il maestro della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard, dal cui curriculum registico, sempre Ripley’s, recupera su supporto digitale JLG/JLG-Autoritratto a Dicembre, risalente al 1994. Con booklet incluso nella confezione (si tratta di un compendio di osservazioni dello stesso regista) e Lettera a Freddy Buache riguardo a un cortometraggio sulla città di Losanna quale contenuto extra, come il titolo stesso suggerisce, un autoritratto audiovisivo. Quindi, l’ennesima prova del genio del cineasta francese, il quale, su richiesta di un Godard per Godard, decide di cimentarsi in un genere molto diffuso in pittura, ma praticamente impossibile al cinema.

Una lunga impresa finalizzata a dare una vaga idea del suo ultimo periodo di carriera e al termine della quale afferma di essere colui che ama, nient’altro che un uomo che non vale nessuno, ma che nessuno vale.

Un miscuglio di immagini e suoni atti, come di consueto, a delineare l’ennesimo esempio su schermo di quell’anticonformismo tipico di colui che, cinematograficamente parlando, non sembra essersi mai tirato indietro dinanzi a sfide a dir poco impossibili… come questa, appunto.

Francesco Lomuscio


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