Quindici autori della Settima arte portano sullo schermo la propria personale interpretazione del tempo.
E’ il lodevolissimo, ambizioso progetto Ten minutes older, datato 2002 e diviso in The cello e The trumpet, che approda finalmente su supporto dvd grazie a Ripley’s Home Video, la quale lo edita in mini-cofanetto costituito da due dischi, ognuno contenente una delle due parti.
Con un making of di oltre tre quarti d’ora posto a corredo del tutto, il passare dei
Dall’improbabile fuga d’amore verso Mosca inscenata da Aki Kaurismäki al delicato apologo sull’importanza capitale della fantasia per mano di Chen Kaige; passando per il ritmo della vita secondo Víctor Erice, Werner Herzog che mostra il primo incontro dell’ultima tribù di Indios dell’Amazzonia con l’uomo bianco, l’intervallo di lavoro di un’attrice visto da Jim Jarmusch, deliri allucinatori on the road a firma di Wim Wenders e uno stringatissimo documentario di Spike Lee riguardante i brogli elettorali verificatisi in Florida per le elezioni presidenziali del 2000.
Mentre Bernardo Bertolucci propone la tragica Histoire d’Eaux, Mike Figgis omaggia Beckett, Kienholz e Segal, Jiří Menzel indaga sull’invecchiamento fisico e psicologico attraverso la vita di una stella del cinema e le immagini dei suoi film, István Szabó narra quella che sembra la normale preparazione di una cena di compleanno, Claire Denis immortala una conversazione in treno tra un filosofo e una sua studentessa straniera, Volker Schlöndorff s’ispira a Le confessioni di S. Agostino e Michael Redford si butta sulla fantascienza.
Per ultimo, invece, con un episodio presentato sotto forma di dieci piccoli film da un
Una lunga impresa finalizzata a dare una vaga idea del suo ultimo periodo di carriera e al termine della quale afferma di essere colui che ama, nient’altro che un uomo che non vale nessuno, ma che nessuno vale.
Un miscuglio di immagini e suoni atti, come di consueto, a delineare l’ennesimo esempio su schermo di quell’anticonformismo tipico di colui che, cinematograficamente parlando, non sembra essersi mai tirato indietro dinanzi a sfide a dir poco impossibili… come questa, appunto.
Francesco Lomuscio