Alan D. Mutter, accademico e manager del comparto media, si distingue per l’approccio innovativo ma al tempo stesso equilibrato. Fonte inesauribile di riflessioni a tutto campo sull’evoluzione del mondo dei media già segnalata più volte, pubblica un’elaborazione dei dati dei ricavi in ambito digitale dei quotidiani statunitensi.
Il grafico di sintesi pubblicato, oltre ad illustrare chiaramente come l’advertising sia una quota decisamente ridotta rispetto ai ricavi che complessivamente i quotidiani d’oltreoceano ottengono, mostra che la tendenza alla crescita è nettamente inferiore al trend sia dei ricavi stessi che del mercato pubblicitario sul Web nel suo complesso.
Vengono confermati gli alti livelli di concentrazione nella raccolta pubblicitaria con il 90% delle revenues concentrate nelle mani dei primi 50 players, con ovviamente Google in cima alla lista e Facebook con una quota sempre più importante.
Format e modelli di pricing che penalizzano ulteriormente la già difficile situazione dell’industria dell’informazione sono un campanello di allarme anche per i giornali del nostro Paese che sin ora, spiace doverlo constatare, non hanno certamente brillato per innovazione nelle proposte e velocità di reazione al cambiamento.
Come dicevo ieri, non esiste a mio avviso LA soluzione ma esiste certamente una soluzione adatta e specifica per ciascuna realtà. Cessare di affidarsi unicamente alle speranze di ricavi dalla pubblicità ed identificare le leve di coinvolgimento del lettore e, dunque, modelli multipiattaforma e multicanale di ricavo è una opzione che non può attendere ulteriormente.