A Descent Into Madness
Dalle Tagline originali cinematografiche americane.
Un'implacabile terrore dal produttore di “Demoni” e SUSPIRIA!
«L'impulso era diventato irresistibile. C'era una sola risposta alla furia che lo torturava e così commise il suo primo assassinio»
(Dario Argento durante i titoli di testa legge un passo del romanzo Tenebrae)
Peter Neal/Anthony Franciosa:- “Sono stato interrogato, quindi ho cercato di costruire una trama allo stesso modo che avevate pensato voi, ho cercato di capire, ma, devo solo riuscire a spiegarmi questa sensazione che manchi qualcosa, un piccolo pezzo del puzzle. Qualcuno che dovrebbe essere morto è vivo, o qualcuno che dovrebbe essere vivo è già morto.”
Ispettore Germani/Giuliano Gemma :- “Cerchi di spiegarsi.”
Peter Neal :- “Sa, c'è una frase contenuta in un libro di Conan Doyle, "Quando hai eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità".
[rivolto all'Ispettore Germani/Giuliano Gemma] Peter Neal/Anthony Franciosa: “Mi permetta di chiederle una cosa? Se qualcuno viene ucciso con un revolver Smith & Wesson ... Lei corre a intervistare i signori Smith & Wesson?”
[Prime battute]
Narratore/voce di Dario Argento [leggendo un passo dal libro “Tenebrae” del protagonista Peter Neal]: "L'impulso era diventato irresistibile. C'era una sola risposta alla furia che lo torturava e così commise il suo primo assassinio. Aveva infranto il tabù più radicato, e non aveva provato colpa, nè ansia o paura... , ma la libertà. Ogni umiliazione che si trovava sulla sua strada poteva essere spazzata via con un semplice atto di annientamento:.. L'omicidio."
“Un affermato scrittore […] giunge in Italia per lanciare il suo ultimo libro. E' americano e guida le classifiche dei best-seller con i suoi racconti polizieschi. Quest'uomo viene fatto oggetto di misteriose telefonate da una persona sconosciuta. In un ambiente disomogeneo, velleitario, snob, pseudo -intellettuale e popolato da press -agent, giornalisti, agenti, si crea uno strano rapporto tra lo scrittore e il suo persecutore. […] Io vado sempre a rinchiudermi in un motel, in un residence di freddo cemento (Kabooommmm!!!!) quando devo scrivere le mie sceneggiature. In completo isolamento, stavo lavorando al nocciolo di un'idea quando uno sconosciuto cominciò a chiamarmi, a minacciarmi. Ero a Los Angeles; da questo imprevedibile e reale avvenimento è nato “Tenebre”. […] Volevo un attore forte, preparato. L' Actor's Studio si sente dietro Anthony [Franciosa]: c'è molta interpretazione mimica, molta e totale immedesimazione e apparente freddezza nella sua recitazione. Avevo bisogno di una presenza così corposa per questo mio ritorno al giallo tradizionale, dopo le mie divagazioni surreali, i miei viaggi onirici tipo “Suspiria”. […] Vorrei raccontare una cosa, che mi riporta indietro nel tempo prima della mia sedicenne fuga a Parigi in cerca di quello che i giovani chiamavano e chiamano “una esperienza di vita”. Mia madre, Elda Luxardo, è stata una grande fotografa. Io ricordo che, nel pomeriggio, andavo bambino a fare i compiti nel suo studio. Vivevo tra quelle figure, quei volti, quelle belle e levigate presenze. Ecco perchè nel mio film ci sono sempre donne, apparizioni decorative e prime attrici. Eva Robins, ad esempio, in “Tenebre” è una donna affascinante, con una forte presenza scenica e Daria [Nicolodi] è la segretaria dello scrittore, una figura efficiente, battagliera. La paura cresce come in una morsa in questo balletto di 26 personaggi sino alle molte sorprese finali. […] Ho lavorato con il nostro grande direttore della fotografia Luciano Tovoli: abbiamo voluto una luce metallica, solare in una Roma moderna d' acciaio e cemento, per nulla barocca o decadente. La nostra è una Roma cattiva, con una luce fredda e totale contrapposta alle tenebre dell'anima, della mente. La città diventa un puzzle di immagini e presenta una nuova polizia agguerrita, dialetticamente preparata, come, ad esempio, quella rappresentata dal commissario Giuliano Gemma. In “Tenebre” c'è un trip di violenza cui corrisponde la tecnica moderna di inquadrature effettuate con la cinepresa chiamata Louma, che insegue come un gatto, esplorando interni ed esterni, l'assassino e maniaco [...]”
Dario Argento, in Giovanna Grassi, Argento: "In ogni fiaba c'è sangue e crudeltà", Corriere della Sera, 6 ottobre 1982.
Mentre potrebbe essere un errore pensare che “Tenebre” sia stato l'ultimo film veramente superlativo di Dario Argento, non si può negare che ha una tenitura per l'intera durata dell'opera e una chiarezza narrativa che forse solo “Opera” ('87) nella prima mezz'ora ha colto con così tanta inventiva e genialità. Tutto ciò nella maggior parte del suo lavoro successivo è sicuramente mancato. “Phenomena” ('85), “Opera” e “The Black Cat” ('90) (il suo segmento di “Due occhi diabolici”, sicuramente migliore del segmento “I Fatti nel caso di Mister Valdemar” di Romero) sono estremamente ben realizzati, ma come thriller molto più disordinati e meno convincenti di questo, e mentre “Tenebre” rielabora e riproduce molti dei temi e delle idee che il regista aveva esplorato nel corso degli anni '70, riesce a farlo con nuova inventiva e freschezza, gettando le basi per un nuovo tipo di thriller splatter tutto suo.
“Tenebre” è uno dei film più famosi e simboleggianti la sfrontatezza e il coraggio di Argento nell'affrontare quei critici che si sono sempre posti verso il suo lavoro in maniera inquisitoria, vuoi per il suo atteggiamento verso le donne e il livello di violenza dei suoi film in generale; Neal è accusato nella fase iniziale del film di misoginia da una giornalista lesbica e femminista, mentre il suo agente (John Saxon) è fin troppo consapevole del fatto che è la natura cruenta dei libri del suo cliente che lo hanno reso un uomo ricco. Purtroppo per lui Argento non ha in gran parte mai offerto una risposta a tali accuse, lo stile morboso e estremamente violento di un film come “Tenebre”, con la giornalista lesbica e femminista sgozzata e uccisa mezza nuda favorisce certo, quasi coscientemente, il bislacco argomento dei soliti detrattori e infamatori.
Ma comunque, da qualsiasi parte lo si prenda “Tenebre” riesce mirabilmente; e insieme a “Profondo Rosso”, è probabilmente come trama il più intricato e complesso dei film di Argento sempre con insito un trauma giovanile scatenante (anche questo ciecamente travisato e ottusamente ignorato, dalla maggior parte dei critici nostrani, per lunghi anni), in più con un tocco di fantastico e di atmosfere e ambientazioni romane come non mai colte e mai “turistiche”, che sinceramente sorprende.
La macchina da presa compie e s'inventa dei movimenti e delle sequenze sontuose per inventiva e stile di costruzione, oltre naturalmente che per il “solito” sopraffino e all'avanguardia, livello e padronanza tecnica. La scenografia e la suggestiva, celebre e ricordata fotografia di Luciano Tovoli (bianca e metallica) sono ancora gli aspetti a cui il regista è più interessato, ma per una volta che non sacrifica la storia ai fuochi d'artificio visivi, durante la celebre sequenza intorno al palazzo dell'appartamento delle lesbiche, con un piano sequenza- soggettiva dell'assassino realizzato con l'avveniristica macchina francese louma -gru cinematografica, (una ripresa unica quasi impossibile e mai tentata di realizzare prima di questa, almeno in un'unica sequenza senza montaggio, che è ancora oggi stupefacente, oggi la farebbero anche con l'ausilio del computer, ma non sarebbe mai la solita cosa!) che ti fa davvero prendere coscienza e realizzare che l'uomo dietro la cinepresa era -almeno allora- un genio. E di Argento è anche probabilmente il suo film più sanguinoso, con la maggior parte dello splatter conservato per l'ancora più scioccante e crudissimo climax del finale.
Gli attori si divertono - Franciosa è sempre bravo e carismatico, e ha l'aria di disbrigarsi l'importante impegno in surplàce come se fosse uno dei suoi celebri episodi della TV americana degli anni '70, tranne nel finale dove ricorre a fondo (come nella sua altra memorabile interpretazione di killer mafioso e psicopatico in “Rubare alla mafia è un suicidio” [Accross the 110th street] [Usa '73] di Barry Shear,) e da modo di mostrare il suo metodo dell' “Actor's Studio” Saxon è sempre divertente e soprattutto un buon attore, ma ci sono buoni ruoli anche per Daria Nicolodi (allora sempre compagna di Argento), John Steiner e Giuliano Gemma, sempre bravi e che è sempre un piacere avere da rivedere in un film. E l'attrice che interpreta Jane, l'ex moglie di Peter Neal, che nel finale perde un braccio e viene massacrata nel modo più spettacolare, è Veronica Lario, sì proprio l'ex moglie di Berlosconi. Gli ex-componenti dei Goblin Massimo Morante, Fabio Pignatelli e Claudio Simonetti -senza Agostino Marangolo, per cui non poterono usare il nome Goblin- compongono la loro migliore colonna sonora come detto non firmata, dall'impronta synth molto tagliente, e che ha contribuito enormemente a conferire ancor di più quello stile post-moderno di cui “Tenebre” è il film “manifesto”, come intento e ispirazione registica dell'Argento degli anni '80.
La versione uscita per gli Stati Uniti dalla Mill Creek in DVD mostrante come titolo "Unsane" viene indicata come la versione accorciata di 90 minuti. Tuttavia, la versione presente nel disco è in pan and scan, quindi pesantemente modificata dal suo corretto aspetto cinematografico e dura appunto poco più di 90 minuti.
Una versione VHS contenente il cosìddetto “Director's Cut” è stata fatta uscire dalla Malibu in Israele.
L'amputazione della mano e parte del braccio di Jane è stata accorciata di 4 secondi per ottenere un certificato cinenatografico britannico, e questa è la versione che è stata fatta uscire anche in video prima del 1984. In quell'anno, i video sono poi stati dovuti essere classificati separatamente dalle versioni cinematografiche per il Regno Unito.
Per la sua uscita cinematografica nel Regno Unito “Tenebre” venne tagliato di 4 secondi nella scena in cui viene tagliato dall'esterno di una finestra con un'ascia un braccio di Jane, eliminando gli enormi spruzzi di sangue dal moncherino sanguinante. Il film è stato poi indicato come un video ufficialmente “Nasty” (bandito) ed è rimasto inedito in video fino al 1999 quando il film ha ricevuto gli stessi tagli (oggi per un totale di 5 sec). I tagli sono stati completamente derubricati per la versione DVD del 2003.
Il film è stato originariamente pubblicato in America come "Unsane" e aveva circa 10 minuti tagliati. E' inclusa anche una bella canzone di Kim Wilde ("Take Me Tonight") sui titoli di coda, che è stata aggiunta senza che Argento ne fosse a conoscenza. L'edizione in DVD R1 Anchor Bay intitolata "Tenebre" è la versione completa 101 minuti.
La versione USA dà accreditato come co-sceneggiatore un inesistente "George Kemp" (presumibilmente uno pseudonimo di Dario Argento).
In U.K. la versione integrale è stata finalmente fatta uscire in video e certificata dal BBFC nel 2002. E' questa la versione che appare nel DVD Anchor Bay del Regno Unito, uscito nel gennaio 2003.
La maggior parte delle versioni DVD mancano di un paio di brevi inquadrature a causa di un danno di stampa. I DVD giapponesi e olandesi includono entrambi questi frame ma sono completamente tagliati. Argento ha rivelato che la genesi di “Tenebre” è stata influenzata da uno spiacevole incidente accadutogli nel 1980 quando venne molestato da un fan ossessivo. Secondo quanto dichiarato da Argento, l'ammiratore lo perseguitava telefonandogli di continuo, giorno dopo giorno, fino a quando gli confessò di volerlo uccidere. Anche se la minaccia si dimostrò infondata e il tutto si risolse in una bolla di sapone, Argento trovò l'esperienza che gli era capitata terrificante e scrisse “Tenebre” come risultato delle sue paure. Boooouummm!!!!
A dispetto del suo titolo, Argento diede disposizione al suo operatore Luciano Tovoli di girare le scene del film con la maggiore luce possibile. Girato principalmente a Roma, molte delle scene del film sono ambientate di giorno, o in interni fortemente illuminati. Il regista spiegò che stava adottando: "...uno stile di fotografia moderno, discostandosi deliberatamente dalle atmosfere scure e cupe della tradizione del Cinema espressionista tedesco a cui l'horror si era sempre rifatto". A tal proposito, è emblematica la scena dell'omicidio del personaggio interpretato da John Saxon, girata in pieno giorno in una piazza assolata e affollata di passanti. Il regista disse anche che la visione del film di Andzrej Zulawski “Possession” (1981), aveva fortemente influenzato la sua decisione di girare “Tenebre” con una illuminazione così forte.
Nonostante la produzione italiana, quasi tutti gli attori del film recitarono in inglese (ad eccezione di Daria Nicolodi) per incrementare le possibilità di successo internazionale del film negli Stati Uniti. Solo successivamente, per il mercato nazionale, il film venne ridoppiato in italiano.
Caratteri tipici del cinema argentiano
Per Tenebre, come per la maggior parte dei suoi thriller, Dario Argento scrive soggetto e sceneggiatura. La violenza, spesso eccessiva ed insensata, che domina la scena dei suoi principali lavori, trova nella pellicola la più grande esaltazione. Tenebre presenta ancora una volta l'opera di un assassino seriale mosso da un trauma; Dario Argento, con la "Trilogia degli animali" e ”Profondo rosso” fu lui a introdurre i presenti elementi nel cinema italiano, facendo anche coincidere il punto di vista dello spettatore con quello dell'assassino, mediante l'impiego di soggettive e altre determinate visuali (tecnica già usata in “Il Gatto a nove code”). Notevole è anche l'impatto sui sensi del pubblico, determinato visivamente dal padroneggiamento delle tecniche registiche (impiego della Louma) e, sul piano uditivo, dalle melodie efficaci di Claudio Simonetti dei Goblin, che già avevano lavorato con Dario Argento.
Caratteri innovativi
In particolare, l'ambientazione è caratterizzata da una ricerca del bianco e della luce (il film si svolge nel moderno quartiere romano dell'EUR), che fa risaltare il rosso del sangue, ma, soprattutto, rileva il divario tra la luminosità del mondo esterno e l'oscurità di un'interiorità sfregiata. La trattazione del trauma che muove l'assassino è, in questo film, molto più approfondita rispetto alle altre opere del cineasta; nell'opera, l'omicidio, volto a colpire la devianza, scatena un perverso piacere liberatorio, quasi sessuale. È l'assassino il giustiziere delle perversioni e del degrado umano mostrato nel film. In tal senso è importante la scelta dell'ambigua Eva Robins come interprete dell'oggetto del desiderio dell'omicida nel flashback sull'origine del trauma scatenante la sua follia. La ragazza, offesa dalla gelosia del giovane, lo fa immobilizzare da tre suoi amanti e, simbolicamente, lo aggredisce conficcandogli con forza un tacco a spillo (evidente simbolo fallico) in bocca. Come rilevano alcuni critici, nel film si ha un'interessante sperimentazione sui modelli della detective story: mediante l'emulazione, l'arte diventa vita, rivelando la sua natura di vita sublimata.
Curiosità da wiki
In tutto il film ci sono 12 morti ammazzati; solo Mario Bava aveva mostrato un numero così elevato di cadaveri in “Reazione a catena”
Giuliano Gemma, nella parte del poliziotto appassionato di romanzi gialli, è doppiato da Pino Locchi voce ufficiale del personaggio di James Bond dal 1962 al 1985.
La scena dell'uccisione di Jane, interpretata da Veronica Lario [...] fu pesantemente tagliata per la prima visione televisiva, avvenuta nel marzo 1986 su rete Fininvest, come ultimo appuntamento di una rassegna del cinema argentiano. Fu poi lo stesso Argento a mostrarla nella trasmissione "Giallo”, su Rai 2, nell'autunno 1987.
Nella versione trasmessa in televisione nel 1986 furono ridotte altre scene violente: la sequenza finale in cui l'assassino viene trafitto dalle punte della scultura è resa molto meno cruenta (non si vede mai la punta che passa il corpo da parte a parte); la scena in cui la ragazza viene uccisa a colpi di accetta in casa dell'assassino ha inquadrature in cui non si vede mai l'arma colpire la sfortunata vittima.
L'ermafrodito Eva Robin's è accreditato come Eva Robbins.
A causa dell'estrema violenza delle scene, “Tenebre” uscì nelle sale con il divieto della visione ai minori di 18 anni.
Circola in Italia, seppure stampata in un numero limitatissimo di copie, un'edizione non autorizzata in super 8. Tra tutti i titoli di Argento esistenti su questo formato (ed escludendo "Il Gatto a nove code”, i cui diritti per la stampa in super 8, vennero ufficialmente acquistati dalla Sil.ma) è l'unico ad essere accettabile per qualità.
Molte location esterne del film appartengono al quartiere romano dell'Eur, e sono a pochi passi da un isolato nel quale, undici anni prima, Dario Argento aveva filmato alcuni esterni di “4 Mosche di velluto grigio”.
Nel film, nella scena del bar ad un certo punto si sente in sottofondo la colonna sonora di "Zombi” (Dawn of the Dead)('78) di Romero, composta dai Goblin con l'aiuto di Dario Argento.
Altre Curiosità
Il tema musicale che fa da sfondo alla sequenza iniziale alla Rinascente sulla via Salaria, con Ania Pieroni che interpreta la cleptomane Elsa Manni, è "muzak", tratto dalla colonna sonora della versione europea del grande capolavoro di George Romero “Zombi”(Dawn of the Dead) ('78), che era stato modificato, rimusicato dai Goblin e rimontato.
Secondo quanto riferito un fatto vero ha ispirato ad Argento la progettazione di "Tenebre”, ovvero quando fu inseguito e perseguitato da un fan.
Un tale "George Kemp" è accreditato come sceneggiatore unicamente sui manifesti cinematografici degli Stati Uniti e come co-sceneggiatore con Argento su alcune copie del film.
Christopher Walken era stato considerato per il ruolo principale.
In Germania, il film è ancora vietato dopo quasi 30 anni dalla sua uscita. Il film non è mai stato rilasciato “Uncut” in Germania e in base alla FSK (la censura ufficiale in Germania), non lo sarà mai.
Argento definì il protagonista Anthony Franciosa uno degli attori più difficili con cui abbia mai lavorato.
Marchio registico di Dario Argento: Una vittima di omicidio sfonda il vetro di una finestra.
Marchio registico di Dario Argento: Alcuni personaggi non ricordano un indizio decisivo nella loro memoria.
"Tenebre" è una parola che in latino / italiano è intesa nel senso o termine di ombre, oscurità, buio.
L'imponente e tecnicamente superlativo piano sequenza di due minuti e mezzo realizzato con la gru cinematografica Louma, attorno alla casa di Tilde, richiese tre giorni per essere completato. Distributori americani volevano tagliarlo dal film per la versione in uscita negli Stati Uniti, ma Argento giustamente rifiutò.
Nella versione in lingua italiana del film la narrazione di apertura viene eseguita dalla inconfondibile voce di Dario Argento.
Il poster del film (bellissimo per inciso, giustamente uno dei più famosi e celebrati di quel periodo, disegnati da Renato Casaro) mostra l'immagine di una donna con la gola tagliata. Per l'uscita cinematografica in Gran Bretagna si cercò di censurare questa immagine, sovrapponendo al collo della donna un fiocco rosso!
Un altro brano dei Goblin -ma inutilizzato, inserito solo nelle edizioni successive in cd con “bonus track” della o.s.t. - di “Dawn of the Dead” è di sfondo prima della scena in cui Tilda e la sua amica-amante litigano dopo che lei gli ha detto che si porterà a casa uno stallone appena incontrato nel bar.
Un esempio di tema musicale del film ('Tenebre') di Goblin appare in 'Fantasma' le canzoni e 'Phantom pt.2' da casa duo francese Justice, su 'croce' il loro album (2007).
Come rivelato da Argento in un documentario contenuto nell'ultima “Definitive” edition in dvd e Blu-ray del film, edita in Gran Bretagna dalla Arrow, idea alla base di una delle prime stesure della sceneggiatura del film, è che esso venisse suggerito -senza mai affermarlo apertamente- fosse ambientato cinque anni nel futuro, in un'umanità che aveva attraversato ed era scampata ad una guerra nucleare, batteriologica, ad un'epidemia o qualcosa del genere. Per questo c'è sempre così poca gente nelle strade e negli ambienti quasi sempre iper moderni o hi-tech (tranne forse all'inizio con la pedalata in bici di Neal fino all'aeroporto di New York, o con la Pieroni e Enio Girolami ne La Rinascente sulla via Salaria), perchè la popolazione è stata ridotta di molto, con il risultato che tutti sono più ricchi e il mondo è meno affollato.
Grandioso e affastellato comparto di TOPA in questo film di Argento, a iniziare dalla secondo me più bella e arrapante di tutte, ovvero Mirella D'Angelo (la giornalista Tilde), per passare poi ovviamente ad Ania Pieroni sempre così particolare e di una bellezza di viso talmente “astonishing”, “marvellous”, “gorgeous”, (non per niente era una delle “segretarie molto particolari” di Craxi) come direbbero gli americani, che torna qui dopo aver interpretato Mater Lacrimarum nel precedente “Inferno”, e poi Mirella Banti celebre seno felliniano di quegli anni, “famosa” anche per dei celebri e memorabili servizi di nudo su Playmen, -molte di queste si è detto negli anni fossero anche proprio “donne di Argento”-, comunque, arriviamo ad una come sempre splendida, diciottenne all'apoteosi della femminilità, Lara Wendel (Maria Alboretto), a cui solo Argento avrebbe potuto riservare una fine tanto cruda e terribile, ma come si fa comunque, a far delle cose del genere a cotanta bellezza?
Anche Carola Stagnaro in un ruolo defilato di vice dell'Ispettore Germani/Giuliano Gemma, ovvero l'Ispettrice Altieri, e anch'essa destinata ad una gran brutta fine, è però una bella TOPA e dal fascino androgino un po' particolare.
P.S.: Tralascio volutamente Veronica Lario/Jane futura impalmatrice con le sue enormi bocce niente di meno che di Berluscao a cui evidentemente son tanto garbate, perchè sicuramente bellissimo e particolare volto, ma da non meno che l'ex spolpato marito nano miliardario, mi sta enormemente sul cazzo.
Tralascio anche Eva Robin (o Robins nel film) perchè è sicuramente stato un altro colpo di genio argentiano o di chi per lui, averlo/”a” scelto/”a” per il ruolo importante de “La Ragazza sulla spiaggia” nei tra l'altro bellissimi flasbacks, ma non mi è mai interessato né tanto meno garbato il BATACCHIO.
Napoleone Wilson
Robydick:
Capolavoro la o.s.t. dei quasi-Goblin, come il film d'altronde, per un frameshow di sintesi bellissimo. Non temete, non rivelerò l'assassino, anche se la tentazione di mettere quel gioco finale di coperto/scoperto è stata fortissima.
Nota bene: ho potuto vedere la versione uncut e di frame con l'amputazione del braccio di Jane, vero godimento per gli occhi, ce n'è molti; questo è un avviso per chi ha problemi con lo splatter pesante.