Prima frazione in favore del romano, grazie ad un solo break, chiusa al 10° gioco. Nella seconda il tono agonistico e tecnico del confronto è salito, e molto, soprattutto grazie ad Eremin, classe 1993. Servizio potentissimo, buona capacità di spostamento nonostante la notevole massa muscolare di cui dispone, soluzioni pregevoli sia da fondo campo che a rete. Con queste armi Eremin ha dapprima fatto partita pari, poi conquistato al 12° gioco il successo parziale e rimesso la contesa in discussione. Nel terzo set ha subito un break iniziale e visto volar via il più esperto, fino al 4-0. Ha cercato di rientrare in partita, riuscendoci solo in parte e capitolando al termine 3-6.
Ciò che importa è aver dimostrato, soprattutto a se stesso, di poter competere a questo livello anche con tennisti di gran fama e dalla riconosciuta capacità di lottare palla su palla, fino allo sfinimento. Da questo incontro Edoardo dovrà ripartire ancora più convinto in ottica 2015 perché il suo tennis vale ben oltre l’attuale 700esima piazza mondiale in cui si trova e merita di essere provato anche a livello Challenger.
Rammarico, dunque, perché il punto perso contro Cipolla ha pesato nell’economia generale del confronto di finale, ma fotografia di un potenziale che se solo un po’ più guidato potrebbe condurre il piemontese verso lidi tennistici assolutamente più consoni e importanti. E se lo stesso discorso varrà per Donati e Napolitano, di due anni più giovani di Eremin, nel 2015 potremmo assistere alla carica dei “piemontesi”, sempre esprimendoci in materia di imprese di racchetta.