foto Daniele Bottallo
“Ogni mattina mi guardo allo specchio e mi dico…ok baby. Mi piaccio. Solo così posso fare quello che ho sempre fatto e dare agli altri qualcosa. Dovremmo farlo tutti”. Con queste parole Nick Bollettieri ha chiuso ieri la sua giornata itinerante in Piemonte (oggi partirà per Roma e per il Simposio tecnico nel quale sarà uno degli oratori di punta). Fisico asciutto e tanti segreti, per chi ha seguito dieci numeri uno del mondo e fatto diventare metodologia l’allenamento: “Il segreto per allenare qualcuno è conoscerlo nel dettaglio. Cosa mangia, cosa beve, quali sono le sue aspirazioni. Chi sono i suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi obiettivi. Questa è la premessa essenziale senza la quale non si può impostare nessun tipo di lavoro. Poi ci sono le particolarità del giocatore, che devono essere comprese e assecondate”.
Cosa pensa del tennis italiano, al femminile e al maschile: “Le donne si impegnano – ha affermato senza mezze parole il coach americano – gli uomini fanno gli attori. Non basta essere tali, bisogna anche essere giocatori e reggere la parte”. Qualche riferimento specifico, per esempio a Fognini?: “Fognini è un grande talento e nessuno lo mette in dubbio. A mio parere ha tutte le potenzialità per entrare nella top ten ma deve rendersi conto che non può più perdere tempo. Deve farlo ora. E’ una sorta di ‘capa tosta’ che deve essere valorizzato. Non può più permettersi di perdere partite che dovrebbe vincere. Mi spiacerebbe molto se a 40 anni si voltasse indietro e si rendesse conto di non aver fatto ciò che avrebbe potuto”. Dunque sarebbe una bella sfida per lei pensare di poterlo allenare?: “Dovrebbe venire lui da me e scriveremmo nero su bianco tutto, per confrontarci qualora qualche punto del contratto non venisse rispettato. Dovrei anche capire dove ha intenzione di arrivare e quale medoto intenderebbe utilizzare per raggiungerlo”.
Cosa significa essere coach?: “Fare non solo l’allenatore ma il padre, essere anche disposti a raccogliere paradossalmente i pannolini. Un maestro invece viene pagato per la sua prestazione professionale e basta. Occorre conoscere anche il dettaglio di chi si segue”. Quale è stata la sua forza, quella che le ha permesso di portare così tanti giocatori così in alto?: “Farli giocare tutti insieme, nello stesso posto e stimolarli a battersi anche in allenamento. Poi, chiaramente, valorizzare il potenziale di ognuno”. Cosa dice ai genitori quando un potenziale campione arriva in Accamedia, all’IMG Academy che oggi è diventata multi-sport (8 discipline proposte)?: “Non potete presumere di volere che vostro figlio diventi un Djokovic o una Graf, ma che possa esprimere tutto il suo potenziale o qualcosa di più sì. Con me è possibile”.
Il tennis, il gioco, sono cambiati, come titola il suo ultimo libro. In che modo?: “L’aspetto tecnico è stato affiancato da quello mentale e fisico. La mente è fondamentale. Guardate cosa è riuscito a fare Federer per tornare ad altissimo livello. Ha cambiato il modo di giocare, di interpretare gli schemi. Ha migliorato il servizio, lasciato la linea di fondo campo e si è fatto consigliare da un grande ex e ora coach come Edberg”. E se lo ha fatto lui, perchè non provano tutti ad aprire la mente…parola di Nick Bollettieri.
Ancora una cosa, in conclusione: “Io ogni mattina faccio 25 minuti di stretching. Occorre avere cura della propria persona, essere attenti a ciò che si beve e mangia. Per quanti impegni ognuno di noi possa avere è fondamentale prendersi 30 minuti di tempo nell’arco della giornata da dedicare a se stessi”. Anche questo è uno dei piccoli grandi segreti per arrivare a 84 anni, con 8 mogli e 7 figli, e muoversi come un giovincello.