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Tennis: Gatto Monticone e la voglia di salire ancora

Creato il 01 marzo 2014 da Sportduepuntozero

gatto montic clerico1La torinese Giulia Gatto Monticone, classe 1987, è stata una delle protagoniste assolute del 25.000 $ ITF SGE Women’s International Tournament di Beinasco, chiuso oggi con la finale del draw di singolare. In tandem con la cuneese Nicole Clerico, e contro il duo britannico Rae/Smith, ha infatti conquistato nella giornata di ieri il titolo di doppio, al termine di un atto decisivo chiuso 13-11 nel long-tiebreak: “Una bella soddisfazione – ha dichiarato ancora a caldo – perché vincere non è mai facile. Con Nicole non è il primo doppio che giochiamo e anche in passato siamo sempre riuscite a ben interpretarlo”. Un passo a ritroso per parlare del singolare e della sconfitta di ottavi contro la poi finalista Vasylyeva, al tie-break del terzo set: “Un match – prosegue Giulia – che mi ha lasciato l’amaro in bocca solo per il risultato. Poche palle hanno fatto la differenza e purtroppo non le ho messe a segno io. Sono però contenta della prestazione e del momento di forma che sto attraversando”.

Quali i programmi immediati: “Un altro 25.000 $ poi mi fermerò per tre settimane, facendo un richiamo di preparazione. Non ci sono in calendario tornei analoghi e i 10.000 $ non permettono di acquisire punti necessari per salire in classifica”. Il ranking, questo terribile specchio del risultato. Parliamone: “L’obiettivo di ogni stagione è sempre quello di far registrare il best personale. Una volta raggiunto, per quanto mi riguarda, entrare nelle top 200 e conquistare il diritto di giocare le qualificazioni al Roland Garros”.

Nelle ultime due stagioni Roberta Vinci, che tu conosci bene per aver quasi vinto contro di lei il primo set lo scorso anno nel Wta di Palermo, ha ottenuto il massimo in quanto a prestazioni in singolare, alla non più tenera età di 31 anni. Cosa ti induce a pensare questo?: “Che la mia carriera non è affatto in fase calante, anzi, devo ancora dare il meglio. La voglia c’è e l’esperienza certo non mi fa difetto. Ogni atleta e tennista ha dei tempi differenti in quanto a maturazione e non esistono in tale ambito dei dogmi assoluti. Ribadisco di poter ancora dare qualcosa di importante al mio tennis. Lavoro e coscienza nei propri mezzi sono le armi per continuare a crederci”.


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