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Tennis: l’avventura americana di Sara Castellano

Creato il 18 gennaio 2014 da Sportduepuntozero

sara castellanoQuella di Sara Castellano è una storia lunga e ricca di aneddoti, di quelle da ascoltare per ore o leggere due o tre volte su un libro; una storia di viaggi, di speranze e di sport, racchiusa in un rettangolo di linee bianche con una rete nel mezzo. Mercoledì Sara è ripartita per Lake Charles (Louisiana, USA), città in cui si è trasferita ad agosto per inseguire il sogno di una vita: diventare una giocatrice di tennis. “Qui riesco ad allenarmi diverse ore tutti i giorni” racconta tramite Skype, “ma contemporaneamente frequento le lezioni del college. Quindi riesco a studiare e giocare ad alto livello, un’esperienza fantastica che mi aprirà diverse strade”.

La giornata tipo della 19enne tennista di Carmagnola comincia molto presto: “tre volte a settimana lavoriamo in palestra prima di andare all’università, in cui rimaniamo tutta la mattina” racconta, “il pomeriggio invece è dedicato al tennis e alla preparazione atletica. Verso le 18.30 si mangia e nel dopo cena studiamo, cosa a cui sono ormai abituata, dopo anni di agonismo”. Un ritmo intenso, che tuttavia non le ha impedito di ottenere il massimo dei voti negli esami del primo semestre. “Ho scelto general business come major e psicologia come minor. Il primo è un corso di laurea di quattro anni, il secondo simile ma meno approfondito; poi mi piacerebbe seguire un master su temi economici”.

Ma nel suo futuro Sara vede comunque la racchetta: “mi piacerebbe dedicarmi al professionismo per un anno intero. In Italia mi sarei potuta scegliere la programmazione mentre qui ho meno libertà, per esempio nei prossimi mesi non potrò partecipare a tornei individuali per la classifica WTA ma dovrò giocare nella squadra del college contro le altre università americane. Sarà comunque divertente, gireremo tra Texas, Oklahoma e Louisiana”. A maggio il ritorno a casa: “durante l’estate giocherò l’A2 con il mio circolo, le Pleiadi di Moncalieri, e tornei ITF 10.000 validi per il ranking mondiale”.

Il primo punto WTA arrivò nell’estate del 2012 in Romania, con il passaggio delle qualificazioni e del primo turno del torneo di Iasi. “Una grande soddisfazione” ricorda, “simile a quella che provai l’anno scorso nel campionato a squadre, battendo in rimonta Federica Di Sarra; una vittoria che permise alle Pleiadi di non retrocedere in serie B”. Proprio nel tour di gare in Romania l’incontro con Danielle Steimberg, attuale head coach della squadra del college, che le propose l’avventura americana. “Inizialmente rifiutai perché mi trovavo bene con il mio allenatore e perché dopo la maturità contavo di dedicarmi a tempo pieno al tennis. Poi mi infortunai, alcune cose cambiarono, ripresi in considerazione l’idea e andai a visitare diverse università americane tra California, Hawaii e Colorado, finché trovai Lake Charles”.

Una decisione vincente quella di Sara, per nulla pentita della sua scelta: “qui l’unica cosa disastrosa è il cibo” scherza, “per fortuna dal prossimo anno vivrò in appartamento e potrò cucinare io, senza dover mangiare alla mensa. Per il resto è tutto ok e il rapporto con le compagne è ottimo; ovviamente sento un po’ la mancanza della mia famiglia”. Una famiglia di sportivi, con i due fratelli maggiori e il papà maestri di sci: “presi in mano la prima racchetta quando avevo 4 anni. Da bambina sciavo e giocavo a tennis ma all’età di 14 dovetti scegliere e così mi tuffai nella mia attuale passione sportiva”.

Grande fisico e resistenza, rovescio bimane e propensione per il gioco di volo, molto efficace sui veloci campi di cemento americani; questo in sintesi il tennis della giovane torinese, che svela una simpatica curiosità: “sono mancina per tutto tranne che per la racchetta. Questo perché da bambina tiravo due diritti, uno con la mano destra e uno con la sinistra; poi fui costretta a imparare il rovescio e il mio primo maestro a Sommariva Del Bosco scelse di farmi giocare con la destra”. L’opposto di un illustre collega, Rafael Nadal, destrimane nella vita e mancino sul campo: “ma preferisco Vika Azarenka e Novak Djokovic, per come colpiscono la palla e per come si muovono in campo”. La prima parte della storia di Sara Castellano ricorda quella di James Blake e John Isner, arrivati al top dopo gli anni del college. Per sapere se arriverà la definitiva esplosione basterà continuare a seguire la sua storia, una storia ancora tutta da scrivere.

Luca Bianco

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