“In Italia ci sono molti giocatori di qualità” afferma Alberto Sibona (foto), attuale classifica 2.4 e maestro alle Pleiadi di Moncalieri, “il problema è che pochi hanno la possibilità di pagarsi l’attività e di girare il mondo per giocare”. Questo è il motivo per cui tre anni fa Alberto abbandonò il professionismo; aveva solo vent’anni ma iniziò a insegnare. Da un mesetto ha deciso di riprovarci, anche aiutato dal suo circolo; al mattino si allena e al pomeriggio lavora come maestro. “Abbiamo dei 2.1 che valgono i primi 400 del mondo” prosegue, “ma nel nostro sport quelli che guadagnano seriamente sono pochissimi. Così anche gente forte è costretta a rinunciare ai 10.000 e ai Challenger; partecipa agli Open, ma per fare il definitivo salto di qualità non basta”.
E pensare che l’Italia è uno dei primi paesi al mondo per organizzazione di manifestazioni Futures e Challenger. “Il problema è il livello molto alto” spiega Gipo Arbino, tecnico con trent’anni di esperienza, “di conseguenza non molti giocatori hanno la classifica per accedere ai tabelloni e sono costretti a cercare fortuna all’estero. In questo senso l’aiuto più grande sono le wild card, per i main draw e per le qualificazioni, che permettono ai nostri ragazzi di giocare vicino a casa”.
Gipo Arbino ha guidato verso una dimensione internazionale alcuni dei migliori tennisti piemontesi, da Stefania Chieppa ad Alberto Giraudo, fino all’astro nascente Lorenzo Sonego. Questi ultimi hanno preso parte all’Open BNL 2015, organizzato dal Monviso Sporting Club e vinto da Marco Bortolotti. In palio, oltre al titolo e poco più di mille euro, c’era la possibilità di entrare nelle pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia. “Il Master di Roma è qualcosa di incredibile” assicura Alberto Sibona, che due anni fa arrivò al Foro Italico proprio con la vittoria nell’Open BNL, allora organizzato alle Pleiadi, “tutto è ben organizzato e tutti sono a tua disposizione. Un’esperienza insolita per chi frequenta gli Open e i 10.000”.