Uno spettacolo che tiene incollati alle poltrone gli spettatori, per la bravura degli attori ed il mix di tematiche affrontate, con quella attualissima del bullismo: “Per un appassionato di tennis come il sottoscritto – sottolinea Daniele Ronco – non è stato difficile scrivere il testo”. Ma cos’è il drop shot?: “Nel tennis, è il colpo che fa cadere la palla, con traiettoria smorzata, immediatamente al di là della rete. Il drop shot, o palla corta, serve quindi per spezzare gli equilibri di uno scambio. Chi lo esegue cerca una via di fuga da una serie di faticosi colpi da fondo campo.
Nino è un giovane bidello conosciuto da tutto l’Istituto per la sua riservatezza e ipovisione acuta; Jona, studente dell’ultimo anno pluriripetente e teppista, è una potenziale promessa del tennis nazionale. Le loro esistenze, apparentemente così diverse, si incontrano in un pomeriggio in cui la scuola è semi-deserta: Jona, inseguito da alcune volanti della polizia, viene salvato all’ultimo da Nino il quale, aprendogli l’uscita di sicurezza dell’istituto, gli permette di seminare il poliziotto.
Dopo un inizio teso, i due sono costretti ad un confronto che li metterà di fronte ai propri errori: quando usciranno da quella stanza, non saranno più gli stessi”. Spettacolo tutto da vivere, con sorpresa finale, e portato dalla Compagnia anche nelle scuole per sensibilizzare gli studenti su un tema tanto dibattuto, quello del bullismo, ma non sempre ben sviscerato. Sarebbe meritato l’approdo nella centralissima Roma, a coronamento di un percorso partito proprio da Torino.