Sapete, no, cosa sono i tenori? Quei maschi che cantano, con voce acuta e stentorea, su vette impervie, come faceva Pavarotti; quelli che anche parlando hanno voci che entrano come razzi perforanti dentro i timpani; quelli ai quali Berlusconi restiuirebbe il cervello, perché pare che, per una strana e misteriosa legge naturale, sia stato conservato nella formalina; quelli che se parli con loro mostrano purezza, candore, e incanto; quelli che se cerchi su Google "tenori" ti viene fuori barzellette divertenti; quelli a cui, per capirci, Antonio Albanese fa cantare 'Nto culu.
Stamattina, uno di questi tenori ha chiesto a MR di scirvere un post su di loro.
Inutile negarlo, e stare a raccontarsi storie, i tenori costituiscono una categoria a sé. Sono identici a se stessi, si crogiolano consapevoli nei loro buchi neri, devono sentirsi ripetere continuamente e compulsivamente le stesse cose perché le capiscano e se le capiscono, guai a cambiare parole, sono spesso felici e protagonisti come bambini, si aprono agli imprevisti della vita con invidiabile serenità, quando non sanno a quale santo votarsi si sfogano facendo acuti. Ma la loro specificità è l'essere irraggiungibili. Un tenore non lo freghi mai: non nella freschezza delle trovate né nella innocenza delle pensate. La loro è una casta, un ordine; si inventeranno presto un albo. Per loro sono state composte le romanze d'opera più belle, ma anche le più sfigate. Un tenore affronterà sempre ruoli di cornuto, di senza palle, di splendido che poi muore sgozzato, suicida, decapitato, incenerito; o che per fare l'eroe, se lo mette sotto sale, e non gli interessano più le varie Violette, Mimì, Carmen, Leonore, Adine, Dalile, salvo, dopo il rincretinimento, uscire dalla nebbia e tornare a strisciare ai piedini di queste spesso pronte a schiacciarli.
Il melodramma è assurdo per antonomasia, ma i tenori fanno la loro bella parte per rendere il tutto un gran bordello dove non si sa più che pesci prendere.
Per fare un esempio di tenore nell'opera, si potrebbe accennare a Federico lo strafigone. Cosa fa costui? "Ora mi innamoro di una certa boh di Arles (cioè questo perde la trebisonda per una che nell'opera neanche appare), e capoccione come un mulo decido di sposarmela. Se poi viene fuori che questa è una stramaiala e scostumata che la dà a un altro, entro in depressione. Male che vada, mi metterò a dormire, perché non vorrei che la depressione si acutizzasse, e perché non si può stare svegli avendo il dolce suo sembiante sempre davanti agli occhi, e dolori da tutte le parti. Ma se non prenderò il pasticcone, so già che non ci riuscirò. Ad ogni modo, come ogni uomo su questa terra, tenore o non tenore, mi consolerò subito con un'altra, meno sventola della sconosciuta, ma comunque me la sposeró. Se nel frattempo dovessi avere notizie di quella tr..., di quel dolce sembiante, che mi sconvolgeranno mi suiciderò, non so ancora se impiccandomi a questa trave sopra la mia testa o se bevendo dell'arsenico." Alla fine sceglie di buttarsi da una torre.
Per fare un esempio di tenore nella vita si potrebbe accennare ai seguenti detti:
Dov'è che risuona la voce di un tenore?
Dove ci dovrebbe essere il cervello.
Come ti accorgi che un tenore è morto?
La bottiglia del vino è ancora piena e il giornaletto a fumetti non è stato aperto.
Qual'è la definizione di un quartetto maschile?
Tre uomini e un tenore.
Quanti tenori occorrono per cambiare una lampadina?
Quattro. Uno cambia la lampadina e gli altri tre a lagnarsi che avrebbero potuto farlo se avessero avuto gli acuti.
Avete sentito di quel tenore che annunciò che nella stagione successiva avrebbe cantato solo tre ruoli-titolo: Otello, Sansone e Forza del Destino? (Storia vera)
Un neuropsichiatra, in cerca di materia prima per le sue ricerche, entra in un negozio di cervelli e si informa sui prezzi. "Abbiamo cervelli di laureati a dieci Euro l'etto - dice il proprietario - e cervelli della NASA a cento Euro l'etto. E proprio oggi sono arrivati dei cervelli freschi di tenore." A quanto?" "Mille Euro l'etto." "Ma andiamo, perché così cari?" "Beh - risponde il proprietario - sono nuovi, mai usati!"
Mirandosi in uno specchio magico, al quale dire solo la verità pena la sparizione, un baritono dice: io ho una voce che si estende per tre ottave! Puufff... e il baritono sparisce; è la volta del soprano che con voce modulante dichiara: io ho una voce da drammatico d'agilità! Puufff... e il soprano sparisce a sua volta; ed infine il tenore che con convinzione afferma: io pens.. Puufff e il tenore sparisce.
Che poi, MR i tenori li adora, e piacerebbe a lei stessa essere un tenore, anzi, sta lavorando sodo per entrare nel club ad honorem (è che ne deve combinare davvero tante!)