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Tenta di tagliare Erasmus, gli studenti lo scoprono e il Ministro spagnolo rischia le dimissioni

Da Rottasudovest
Il Ministro dell'Istruzione e Cultura Juan Ignacio Wert è uno dei ministri più impopolari del Governo spagnolo, a causa delle controriforme che ha messo in atto, sia nel sistema scolastico e universitario (ha  reintrodotto la religione nelle scuole superiori e aumentato le tasse universitarie e inasprito i criteri per ottenere le borse di studio) che in quello culturale (ha tagliato i finanziamenti e aumentato l'IVA). Ma non si può dire che lui cerchi di rimediare alla crescente insofferenza che genera. Durante il Ponte di Ognissanti, senza discuterlo con il governo né informarlo, ha inserito nel BOE, la Gazzetta Ufficiale Spagnola, la riduzione delle borse di studio di Erasmus ai soli studenti che avessero già goduto di una borsa di studio, per mancanza di risorse economiche, nell'anno precedente. La riduzione del diritto allo studio per i giovani meno abbienti è sempre più drammatica, in Spagna, per cui questa decisione di finanziare Erasmus solo ai più poveri e lasciare le classi medie senza borsa di studio, non dovrebbe stupire. Il problema è che la riduzione, secondo quanto annunciato dal BOE, non riguardava gli Erasmus futuri, ma anche le borse di studio attuali, degli studenti spagnoli, cioè, che adesso sono già arrivati nelle varie università d'Europa. Ad accorgersi della retroattività della nuova norma sono stati proprio gli studenti all'estero, che per tutto lunedì hanno reso incandescenti le reti sociali con le loro proteste. Su Twitter #Erasmus è stato Trending Topic a lungo, su Facebook è stata creata una pagina Facebook Becas Erasmus 2013-2014, che è diventata punto d'incontro degli indignatissimi studenti sparsi per tutta Europa, su youtube sono stati pubblicati vari video, che facevano le condoglianze a Erasmus e al diritto allo studio. A guidare la protesta, secondo quanto racconta El Pais, gli studenti spagnoli che sono in Italia, in particolare a Foggia, diventati punto di riferimento, grazie a Facebook, dei colleghi in tutta Europa. Dalle reti sociali la protesta è arrivata sui siti web di El Mundo, El Pais e dei principali quotidiani, che hanno raccolto la rabbia dei giovani spagnoli: chi ha raccontato che poteva sopravvivere in Olanda solo fino a marzo, chi ha spiegato come non avesse più la possibilità di partire, come aveva stabilito, vista la cancellazione del finanziamento, chi ha sottolineato l'ingiustizia subita dai giovani spagnoli. La Spagna è il Paese che riceve più studenti Erasmus e più ne manda all'estero. Le borse di studio dei suoi universitari sono formate da tre segmenti: una parte è pagata all'Unione Europea, una parte dallo Stato spagnolo e un'altra dalle Comunidades Autónomas. Il finanziamento dell'UE non è proporzionale al numero degli studenti che fanno richiesta di Erasmus, pertanto risulta che i Paesi con meno richiesta possono finanziare i loro studenti con contributi europei fino a 800 euro mensili, mentre quelli che hanno un maggior numero di richieste a volte non possono dare più di 120-180 euro, che in Paesi piuttosto cari come la Germania o l'Olanda aiutano appena a pagare gli affitti; non tutte le Comunidades Autónomas danno un contributo a Erasmus, per cui le quantità di denaro ricevute dagli studenti dipende anche dalla loro località di residenza. Il sistema andrebbe insomma riformato e oggi, Santiago Ortigosa, Coordinatore di Erasmus per la Complutense di Madrid, spiega a La Razón le tre ragionevoli riforme urgenti: "Una distribuzione proporzionale delle borse di studio al numero di richiedenti, in modo che il Paese con il maggior numero di richiedenti non riceva la stessa quantità di denaro di uno con meno richieste. Darei le borse di studio a chi vuole studiare e, pertanto, non sia indietro con gli esami e stabilirei un livello di conoscenza della lingua del Paese di destinazione che permetta studiare".
Ma mentre Erasmus è in attesa di correzioni e riforme, gli studenti spagnoli sono riusciti a vincere la loro battaglia. Si è capito che avrebbero sconfitto Wert quando, lunedì sera, i giovani del PP hanno preso le distanze dal Ministro, sostenendo che non si riconoscevano nella riforma. Avevano aperto la breccia nel cuore del Partito. Ieri mattina ha tuonato anche Bruxelles: il taglio a Erasmus andava fatto 'prima' della partenza degli studenti, non si possono togliere le risorse a chi contava su di esse e per questo è partito. Insomma, la retroattività delle norme è inaccettabile, toglie sicurezza giuridica. Wert ha cercato di resistere per tutta la mattina, chiedendo 'sacrifici' agli universitari, affinché anche i più poveri potessero godere di Erasmus. Una frase, quella dei sacrifici, che ha imbestialito ancora di più gli studenti spagnoli, che quest'anno hanno visto come l'aumento delle tasse universitarie e l'indurimento dei criteri per accedere alle borse di studio, abbia lasciato a casa 50mila di loro. Il PP ha finito con il lasciar solo il ministro, che ieri pomeriggio ha fatto marcia indietro e ha assicurato che chiunque sia partito con Erasmus riceverà il contributo del Governo previsto l'anno scorso, senza cambi. Oggi tutti i media, di destra e di sinistra, fanno la lista degli errori di Wert e delle successive situazioni imbarazzanti per il Governo di cui è stato protagonista. ABC e La Razón lasciano intravedere una certa impazienza e assicurano che il suo posto al ministero è traballante; El Pais ed eldiario.es chiedono direttamente le sue dimissioni. El Pais parla dell''onore perduto' di Wert. Eldiario.es si affida alle durissime parole di José Maria Calleja, in un articolo altrettanto duro: "A Wert non piace che ci siano tanti studenti, gli sembrano troppi gli universitari che ci sono in Spagna, non sopporta che, non contenti di poter studiare qui, viaggino addirittura in altri Paesi e crescano come europei. Allo stesso modo in cui a questo Governo non piace che la gente abbia un lavoro dignitoso, diritto al sussidio di disoccupazione, pensioni degne, professori ben considerati, spagnoli con diritto alla casa, cittadini con vacanze retribuite o indennità per malattia. Non piace, a questo Governo, che gli spagnoli siano cittadini, vuole sudditi. Coerente con quest'idea, per Wert è insopportabile che gli spagnoli senza risorse vadano in altri Paesi, come se fossero figli di ricchi. E' successo che si è scoperta la manovra per mettere fine ai soggiorni dei nostri studenti in altri Paesi e che la denuncia apra una nuova falla, una in più, alla perdita di prestigio del Governo. Per questo hanno dovuto truccare una decisione in cui tutto il Governo crede fermamente. La lasciano per più avanti, con altri modi, ma, nel fondo, mantengono l'idea: studiamo al di sopra delle nostre possibilità di sudditi, viaggiamo all'estero al di sopra delle nostre condizioni di poveri. E' finita la storia di Erasmus, che a loro suona come botellón".


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