Tentativi di spannolinamento: istruzioni per l’uso

Da Robedamamma @robedamamma


Dite la verità, disperate e certe che mai ce la farete, vi siete lette l’intero sapere sull’argomento, da “Il mio bambino e il vasino” a “I consigli di Nonna Papera” e, dopo il mio ultimo post, vi siete lanciate alla ricerca spasmodica di “Spannolinament for dummies” (che, tanto per dovere di cronaca, ahimè non esiste)?

E ora, giusto per non lasciare niente di intentato, vi state approcciando alla lettura di questo post pensando “Hai visto mai che sta fuori di testa abbia qualche consiglio buono in materia”.

Bene, mi duole informarvi che il titolo del post, volutamente ingannevole, non è un’affermazione bensì una domanda. Ovvero le istruzioni le sto chiedendo io a voi!

Che fregatura, nevvero? La vita è dura donne e se, come me, state vivendo la fase spannolinamento con scarsi (per non dire nulli) risultati, sapete bene di cosa parlo.

E quindi: come glielo tolgo il pannolino alla Marmocchia? Come la convinco che il vasino è cosa buona e giusta e che affrancarsi dal patello la renderà una donna libera (schiavizzando la sottoscritta che dovrà memorizzare la mappatura delle toilette in città e imparare a raggiungerle nei nanosecondi che passano da “mamma, mi scapp..” a “ops, l’ho fatta“)?

Ho la sensazione che insegnarle a fare cacca e pipì nel vasino sia come addestrare un elefante ad eseguire la coda dello Schiaccianoci.

Ad oggi, dopo due settimane circa di prove tecniche, abbiamo all’attivo una decina scarsa di obiettivi centrati e innumerevoli bersagli mancati. Un po’ deludente, non trovate?

Sì, lo so. Questa è la punizione per chi infrange la sacra regola per la quale “una volta tolto il pannolino non va rimesso mai più”. Sono colpevole, lo ammetto. Colpevole di continui ripensamenti, di mancanza di coraggio, ma soprattutto di avere una conclamata dipendenza da Pampers.

E come tutte le dipendenze che si rispettino il primo segnale è ovviamente l’incapacità di ammettere di avere un problema. La dipendenza da pannolino ti porta a sostituire i Pampers classici con gli Huggies a mutandina ed affermare convinta che tua figlia non è più patello-dipendente (e tu con lei) bensì diversamente pannolinata (???). E questo ti fa sentire già un bel pezzo avanti.

Il secondo sintomo è la costante sensazione di aver colto un segno, osservato un cambiamento, individuato il punto di svolta. Insomma, credere ogni giorno che questo sarà quello buono.

Ma poi quali sono questi segnali?

No, perché da qualche parte ho letto: “Se il bambino mostra curiosità verso gli adulti che vanno in bagno, allora è pronto ad usare il vasino”. Cioè dovrei invitare la nana ad osservarmi mentre sono sulla tazza e annotare le sue riflessioni in proposito?

E poi mi hanno detto che bisogna mostrarsi sereni, come se niente fosse, quando il marmocchio si lascia andare prima di arrivare al vasino.

Non ce la posso fare. Dico sul serio, non posso rallegrarmi di trovare schizzi e pozzangherine per tutta casa, manco avessi appena adottato un cucciolo di chihuahua. Che poi ci passiamo sopra con le crocs e tempestiamo casa di impronte di tre dimensioni diverse che rimangono tatuate in controluce sul pavimento per settimane.

Non posso lavare chili di panni bagnati fischiettando allegramente. E non posso (e non voglio) organizzare le mie giornate seguendo la rete di bagni pubblici presenti sul territorio. Cioè tipo se le scappa nel bel mezzo del supermercato mentre facciamo la spesa? E se il bisogno è quello grosso? E se le dico di trattenerla e le causo danni irreparabili?

Qui urgeNsi consigli. CercaNsi riflessioni, considerazioni, illazioni. AccettaNsi particolarità, amenità, rarità e persino velleità.

Insomma, in una parola: A I U T A T E M I