Sono appena ritornato da una due giorni toscana in compagnia di alcuni sommeliers di Montecarlo. Prima tappa della visita : Tenuta San Guido. Siamo arrivati di mattina presto e c’erano già ad attenderci il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, il direttore Carlo e Giuseppe Meregalli ( come in Italia la distribuzione dei vini della Tenuta San Guido è un’esclusività del gruppo Meregalli). Ci siamo ritrovati all’inizio della strada che porta a Bolgheri, a fianco dell’osteria della Tenuta. Abbiamo preso le auto e siamo entrati nella tenuta. Piccola presentazione dell’aziende tramite le parole del marchese, che tra l’altro parla un francese molto fluente, e poi visita della cantina ed infine degustazione dei vini.Tutto partì intorno alla fine degli anni 30′, quando Mario Incisa della Rocchetta ebbe l’idea di piantare delle varietà bordolesi in Toscana. Nessuno prima di allora aveva mai osato un vino “bordolese” in Italia e sopratutto in una zona semi sconosciuta come questa parte della costa toscana. Mario Incisa aveva notato una similitudine tra questi terreni toscani con quelli bordolesi : la ghiaia che contraddistingue le due zone vinicole, l’influenza marina. I primi tempi sono stati difficili. I vini ottenuti da Cabernet Sauvignon sono più complessi e necessitano di maggior tempo per maturare e svilupparsi e così i primi giudizi ,dati da chi era abituato a vini leggeri locali ,non furono positivi.
Dal 1948 al 1967 il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, bevuto solo nella tenuta; ogni anno poche casse di vino venivano messe ad invecchiare nella cantina e ben presto il marchese si rende conto che il vino, invecchiando, migliorava sensibilmente. Così la prima annata ad essere messa sul mercato fu il 1968. Nel 2000, il figlio di Mario, Nicolò inspirandosi al suo quadris-nonno Guidalberto della Gherardesca, creo un secondo vino aggiungendo al Cabernet una percentuale del 40% di Merlot.
Il Sassicaia è il mito dei vini italiani nel mondo, il primo che ha intrapreso una strada, poi seguita da molti, e che ha vinto premi internazionali. Nel frattempo noi attacchiamo la degustazione che inizia, ovviamente dal Guidalberto 2008 e prosegue con il Sassicaia 2008 e 2009, direttamente dalle boarriques.
Il 2008 ci è piaciuto tantissimo con la nota elegante del Cabernet, un legno perfettamente integrato e tannini nobili. Un vino che rispecchia una certa finezza e che sembra essere gradito ad un palato internazionale. Il 2009 a me è piaciuto tantissimo, ovviamente deve ancora affinarsi ma si intravede più carattere e struttura rispetto al 2008.
Dopo avere assaggiato questi vini si passa a tavola e si va all’osteria di San Guido, proprio davanti all’entrata della tenuta. Qua insieme a piatti di pecorino toscano e prosciutto crudo iniziamo a degustare uno splendido Guidalberto 2004 servito dal magnum.
GUIDALBERTO 2004 in Magnum
L’ho trovato ancora leggermente verde ma con una struttura potente e soave con ottime aspettative future.
SASSICAIA 2004 in Magnum
85% di Cabernet Sauvignon e 15% di Cabernet Franc. Il vino è timido , quasi si vergogna a regalarci lo straordinario bouquet che possiede. Gli aromi sono molto fini, il legno è sempre ben integrato, i profumi si indirizzano verso i frutti rossi con accenni di peperone, aromi balsamici leggermente mentolati ed un finale marcato dalla frutta con ciliegia e prugna. In bocca sorprende per la sua freschezza con una struttura densa ma elegante con tannini molto fini, nobili, ma che si devvono ancora affinare con il resto del vino. Ottima la persistenza finale. Un vino da aspettare ancora ma che potrà regalare emozioni infinite.
18,6/20
SASSICAIA 1996 in magnum e servito decantato
Il vino si mostra con un bel colore rubino con accenni evolutivi all’unghia. Il naso è fine con profumi evolutivi, terziari, che ricordano il tartufo nero e sentori animali molto leggeri. ritroviamo il classico profumo del Cabernet che è la foglia di pomodoro con note terrose e di prugna matura. Ottima la complessità. In bocca riscontro una freschezza quasi salina, con un alcol molto presente ma nel complesso molto equilibrato. I tannini, come al solito fini, sono molto ben integrati nel corpo del vino. La persistenza è molto buona con un finale abbastanza caldo che mi ricorda un pot- pourri di spezie dolci.
17,5/20
SASSICAIA 1986 in magnum e servito decantato
Già il colore ci lascia intravedere le virtù di questo vino. I profumi evolutivi sono stupendi con una eccellente complessità: terre, tartufo nero,spezie dolci, tabacco, aromio balsamici di mentolo. La bocca va con il naso!!! E’ ancora fresca, alcol presente ma equilibrato, sentori minerali, tannini ormai integrati,un bel finale molto lungo su marmellate di frutta. Si beve benissimo in questo momento. E’ il vino che ci è piaciuto di più in assoluto 19/20
SASSICAIA 1979, servito decantato
Una delle sorprese che ci ha fatto il marchese, quest’annata 1979 anche se non è stata un’annata felice per l’andamento climatico. Inoltre mi sono divertito ad aprirla e decantarla, tanto per non perdere il vizio!!!! Il colore è aranciato. Il naso è complesso marcato da evoluzione che sfocia con profumi di funghi, humus,tartufo nero, erbe della macchia mediterranea, ancora spezie con un ricordo di gelatina di frutta. sembra che il tempo si sia fermato, l’acidità è ancora ottima, l’alcol molto mitigato ma presente, tannini ormai nel vino. E’ equilibrato, una persistenza finale ottima. Il vino ci racconta la storia della tenuta e rivela la capacità del vino di regalarci ottimi vini anche in annate sfavorevoli.
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