Teorie e "realtà"

Da Straker

La pubblicazione dell’articolo “La teoria della Terra piatta è un’operazione psicologica?” ha suscitato un fervido ed istruttivo dibattito cui vorremmo aggiungere qualche precisazione. In primo luogo non bisogna dimenticare il corretto significato di teoria: la teoria non è la realtà (ammesso e non concesso che si possa stabilire che cosa essa sia), ma un modello interpretativo del mondo o di una sua parte. E’ un paradigma che funziona finché funziona; dopodiché è superato da un altro sistema. La teoria geocentrica aristotelico-tolemaica di per sé dava conto della maggior parte dei fenomeni astronomici: era quindi efficace, anche se si doveva ricorrere all’artificio degli epicicli per far quadrare alcune aberrazioni. La concezione geocentrica fu superata dal modello eliocentrico che è quello prevalente dall’età moderna, grazie a Copernico.
La discussione può dunque diventare feconda, se si rammentano certi criteri epistemologici, evitando di cadere in un ingenuo realismo, in un grossolano materialismo. Questo significa che è un errore accettare a priori qualsiasi teoria e soprattutto le “verità” del sistema: ad esempio, è palese che le missioni spaziali della N.A.S.A. e di altre agenzie di casting sono farse. Si pensi anche alle immagini “marziane” in cui è immortalato di tutto: roditori del deserto, ombre umane, piante, sculture… In vero, le foto del cosiddetto pianeta rosso riprendono la Terra e suscitano ilarità le reazioni dei ricercatori convinti di essere al cospetto di segni di vita su Marte.
Molti ricordano che non è possibile per eventuali cosmonauti oltrepassare le fasce di Van Allen: questo non significa che la Luna e Marte non siano stati raggiunti, ma non attraverso le antiquate tecnologie che avrebbero portato l’uomo su Selene. E’ veramente sospetto che le presunte istantanee lunari non mostrino gli astri, quando in una notte tersa e senza inquinamento luminoso, dalla Terra il firmamento appare crivellato di stelle. Questo è solo uno dei tanti argomenti atti a smentire le mirabolanti missioni nello spazio dell'I.S.S. Non sarà certo la permanente di Samantha Cristoforetti a convincerci del contrario.
Numerose sono le anomalie e le stranezze in cui ci si imbatte non appena si investigano i fenomeni cosmici: sono anomalie che meritano di essere approfondite, ma non prendendo le mosse da una teoria a priori, piuttosto è auspicabile analizzare le varie manifestazioni ed incongruenze per poi provare ad inquadrarle in un disegno complessivo, sempre suscettibile di essere ridefinito.
Se proprio intendiamo adottare una cornice teorica, propenderemmo per il modello dell’universo olografico inteso come proiezione generata da un quid ulteriore che David Bohm definisce ordine implicito. Non hanno torto coloro che considerano la materia-energia, lo spazio ed il tempo non cose solide, concrete, ma modi di essere manifestati da un’essenza, essa sì reale. Se si parte da tale presupposto, si comprende perché il mondo è tanto complesso e sfuggente nella sua natura più profonda. Ostinarsi a concepire l’universo fenomenico come l’unico esistente e l’unico “reale”, è come pensare che una pellicola cinematografica sia coincidente con persone ed oggetti “veri". Il realismo e la verosimiglianza non sono sinonimi né garanzia di realtà.
La realtà, almeno quella percepita, non il mondo intelligibile, è un insieme di frequenze e su tali frequenze si può intervenire ed interferire, anche per produrre dimensioni di secondo grado, realtà fittizie (ossimoro quanto mai necessario). Non concentriamoci solo sulle frequenze: cerchiamo di capire da quale “stazione radio” provengono.

Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati

APOCALISSI ALIENE: il libro