Rossa in viso e di capelli, Teresa guarda il suo torturatore e, pronta a qualsiasi sacrificio, si lascia penetrare dall’inchiostro che disegna una falena indelebile sull’omero sinistro.-Basta!-. Aveva giurato a se stessa che non l’avrebbe richiamato mai più e che, se lo avesse fatto, si sarebbe duramente punita! Negli anni lo aveva più volte depennato, stracciato, eliminato. Come gli altri, gli amori che ti lasciano sognare le situazioni più improbabili, romantiche, quelle che ti fanno volare verso le ipotesi più assurde, come un improvviso svelarsi di lui o una confessione sincera.
Terry arriva anche a cancellare, dalla sua pagina, il profilo di quel “lui” ai suoi occhi ottuso e sordo, per poi, in ginocchio, ripresentarsi con una scusa fra le più incredibili: qualcuno si è introdotto nel mio account, ti ho cancellato per sbaglio in un giorno di repulisti, ti ho confuso per un altro!S’infila l’indice fra le labbra morbide mostrando i denti bianchi, forse un po’ piccoli, da bambina, e mi dice con il suo lento intercalare del sud, trasognato -Lo sai quanto detesto i tatuaggi!... Non mi piace l’dea che avvizzisca insieme a me…e anche presto, purtroppo…- . Poi mi guarda in cerca di una parola di conforto.Teresa, come molte, ha da sempre nel cuore un maschio latitante che la fa soffrire.In realtà, ne ha talmente tanti da aver stilato una classifica. L’uomo assente, quello distratto e che non la vuole, è lo stesso al quale si avvinghia con forza, nei suoi pensieri è ovvio, nelle digressioni solitarie del sabato pomeriggio, quando anche le meccaniche dell’ascensore smettono di lavorare, o quando, intorno, non c’è nessuno che la sorprenda e che la lasci almeno sperare.E quell’uomo taciturno, abile nel dissimulare le emozioni, quello del “basta! Non credo che l’amore esista” o, peggio ancora, del “non ti voglio ferire”, è il tarlo prolifico e rumoroso che risveglia in Teresa un amor proprio autolesionista e cocciuto, in grado di piegarla a qualunque sacrificio.Dallo scomodo sgabello sul quale sto appollaiata, mentre Teresa freme sotto le mani esperte di un bel maschione di razza italiana del sud, mi sfugge un sospiro che la anima all’improvviso e le fa pronunciare la solita domanda da lacerare il cuore- Secondo te sono proprio da buttare via?-La guardo allargare gli occhi e non capisco per quale dolore e, allora, le rigiro la domanda che la distrae da quello pungente dell’ago per concentrarsi su quello ostinato del cuore.-E tu cosa vuoi da un uomo?-Sotto lo sguardo incuriosito del bel tatuatore, Teresa fa una lista di priorità basilari; poi, dopo aver fatto due conti, inizia a fare l’analisi dei suoi “latitanti del cuore”.E il bello è che, con questi oscuri Don Giovanni, con questi “sabotatori emotivi”, Teresa non ha mai avuto incontri che andassero al di là di lunghe seghe mentali.E aggiunge, non senza provare una fitta al cuore, le ultime parole pronunciate da quei “lui” ideali, mentre fra un sms e l’altro decidono, di punto in bianco, di chiudere la pratica a suo nome.Sei una donna eccezionale. Mi fai paura. Meriti di più – questa scusa è così consunta che consiglio ai Signori in lettura di variare sul tema-. Voglio difenderti da me. Devi conquistare la tua autonomia. Tirando le somme, mentre avvolge una sottile catenella all’anulare, si convince finalmente che si tratta di uomini che poco hanno a che fare con la generosità, il coraggio e la lealtà, caratteristiche imprescindibili per il suo uomo ideale.-In realtà, conosciamo entrambe la natura del problema- le sussurro all'orecchio facendo scivolare una morbida ciocca dei suoi capelli fra le dita.E mentre contempla il disegno che ha sottopelle esclama sorridendo –Che faccio? Gli mando la foto?-