Si avvicina l’otto Marzo e c’è già chi lo festeggia,e per strada mezza nuda si mostra e pavoneggia. Ma in fondo quella roba ce l’abbiamo proprio tutte,belle, ignoranti, bagasce e donne brutte,e fa più notizia il fatto che sia in Bocconi laureatapiuttosto che vederla con la gonna sin lì alzata.
Queste femmine rampanti messe lì dal Cavalieresperavo veramente non doverle più vedere.Ma si sa che se non hai un cervello funzionanteper forza poi ricorri alla news più accattivante.Or mi aspetto anche un romanzo un po’ più che piccanteplaudito dalle masse come best seller spumeggiante.
Pensavo che qualcuna lo avesse alfin compresoche ciò porta il nostro corpo a esser vilipeso,che il potere a quel modo lo gestisci sin che durae che certa roba lì non è sinonimo di cultura.Ma mi pare che alla fine ci sia un po’ di confusionee che forse la Tommasi ha sbagliato di mestiere.
Ma se penso all’otto Marzo vengon su altri pensieri,immagini e obbiettivi più degni e assai più seri.Mi viene da pensare che siamo ancora in minoranza,sul lavoro e per gli incarichi di vera militanza,nei partiti siamo imposte con le nostre quote rosa,come animali protetti che servon sì, ma non si sa a cosa.
Se penso a questa festa ricordo grandi adunateche comunque or mi par proprio non siano servite.Oggi come ieri in famiglia schiavizzate,da un marito violento che ci prende a bastonate,da un amante geloso che ci vuole legateda un padre padrone che ci ha violentate.
Le cifre riportate sono proprio spaventose,e certe robe lì non fan cambiar le cose.La nostra libertà non si misura in questo modo,è solo un buon cervello può scioglier questo nodo.Se usiamo ancora il sesso come arma di ricatto,saremo buone solo da portare a letto.
Ah... un ultimo consiglio lo darei alla signorina:se la vuol fare vedere, che la faccia veder tutta,il collant messo così è una roba proprio brutta!