Forse protestate perché è quella che sapetema io ne ho almeno trenta e allora leggete:baciata è la rima col verso seguenteda sempre più vicina al gusto della gentequella che vuole cuore con suore,o forse col più giusto e assonante ardore.
Quella alternata lo dice anche il nomeè troppo complessa perché dica la miausare poi il rimario mi fa male all’addomecerco l’assonanza più vicina che ci sia.Perché più arduo è parlar del chi e del comeche non dello sguardo della bella Sofia.
Quella incrociata la usa il gran poetaE io che racconto cronaca ordinaria,non posso ogni volta chiamar la segretaria,che trovi la rima perfetta per l’esteta.Teresa, che son io, ho un linguaggio colloquialeracconto solo i fatti e non in modo demenziale.
Quella incatenata la usava il grande Dante,ma io, e lo ripeto, non voglio fare poesia,uso le assonanze e se servon tra le tante.Io racconto cronaca scrivendo una ballata,solo un altro modo per dare un’opinione,ma non per ritrovarmi tra i versi impantanata.
Sempre una sestina vuol la rima ripetutase forma e contenuto son poi la stessa cosavi prego badate a tutto ciò che dite.Quando un’accusa è sulla faccia altrui sbattutadocumentarsi si deve per non offendere chi osaperché a far diversamente si causano ferite.
A quella invertita non ci penso nemmeno,il mio è solo un gioco, una piccola follia,non siamo in una scuola e non voglio maestri,a giudicare da lì siete tutti un po’ maldestri,e a me per il dolor mi prende un’extrasistolia,senza certezza di un domani ultraterreno.
C’è la rima franta e quella spezzata,quella rara, cara e poi la derivata,quella equivoca, identica e ancora la perfetta,l’inclusiva, la povera ed è chiaro anche la ricca, la rimalmezzo e quella interna,la rima per l’occhio oppure per l’orecchio.
E ancora l’eccedente e poi la sottintesa,da non dimenticare è pur la siciliana,quella guittoniana detta anche l’aretina,la umbra, bolognese e in fin quella francese.Insomma di rime ce ne son proprio tantee non è carino sentirsi dar dell’ignorante.
La rima imperfetta è la mia preferitaquella che dà il nome persino alla rubrica.Uguali le vocali e diverse le consonanti,per raccontar la cronaca e i fatti che son tanti.Si chiama se volete rima di assonanzadiminuisco la forma per dare più sostanza.
Una volta per tutte spero di aver chiarito,il verso mio è imperfetto e anche un po’ ardito,e a cercar nell’altro l’assoluta perfezione,ci si ritrova infine a fare un grosso errore.Leggete se volete ma state un po’ più calmi,o prima di farlo recitate i vostri salmi.